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martedì 2 febbraio 2016

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Cambiamento climatico causa del virus Zika






Il virus Zika è ormai un’emergenza mondiale e, in attesa che giungano conferme sulla prova scientifica del legame causa-effetto, non si può negare che il cambiamento climatico sia alla base delle cause che generano e alimentano il virus.

Il Virus Zika, conseguenza del cambiamento climatico

Nonostante il virus Zika non causi condizioni cliniche gravi, la ricerca avverte che è in via di approfondimento il suo possibile legame con la microcefalia nei nascituri ed è proprio per questo che è stato dichiarato “emergenza internazionale”. Quello che è accertato è il suo diffondersi attraverso la puntura della solita zanzara tigre, presente in Italia dagli anni ’90.
La zanzara tigre è originaria dell’Asia, è arrivata in Italia attraverso il commercio dei copertoni usati ed è diventata un serio motivo di preoccupazione sia dal punto di vista sanitario che ambientale: oggi infatti, la zanzara ha trovato nel nostro clima, che nell’ultimo periodo ha subito forti cambiamenti, la possibilità di riprodursi senza problemi.
Detto questo, non si può negare quindi che la vera causa del diffondersi di insetti una volta esotici e di malattie da vettori, come il virus Zika, risiede nei cambiamenti climatici.
Il sito meteo web riporta le parole di Vitantonio Perrone, Veterinario pubblico SIV e MP (Sindacato Italiano Veterinari e Medicina Pubblica), il quale spiega che fino a qualche anno fa, una zanzara giunta in Europa “in aereo” o in nave avrebbe avuto vita breve, trovandosi catapultata in un ambiente inospitale e inadatto.  Oggi invece “il clima mite fa sì che anche in inverno abbiamo generazioni di insetti tipicamente estivi. Sono le condizioni create dal cambio climatico a consentirlo”. In Italia , aggiunge Perrone, “si sono già verificati focolai di epidemia, non da virus Zika, per fortuna controllati da un sistema sanitario che funziona” –  “questi contagi, una volta considerati esotici, sono il nostro presente e il nostro futuro”.
Fare prevenzione si può, spiega, “a patto di cominciare a pensare davvero a come evitare che questi insetti arrivino in modo facile dalle zone endemiche. Possono entrare nelle carlinghe degli aerei, ad esempio, e una volta a destinazione trovare un’ambiente adatto al’insediamento. Altro veicolo é quello dei commerci di piante: si potrebbe ipotizzare il blocco di certi prodotti che non sono indispensabili” –  “Anche con i droni – spiega Perrone – possiamo tenere sotto controllo le popolazioni di insetti, con infrarossi possiamo perlustrare i terreni e individuare focolai larvali per effettuare interventi mirati di disinfestazione”.
Aggiungiamo noi: è necessario ormai che si prenda tutti coscienza di un cambiamento epocale e che ci si sforzi di essere parte attiva nella lotta al cambiamento climatico, ognuno nel nostro piccolo. Ogni cosa , anche la più insignificante, fa la differenza.






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