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sabato 2 maggio 2015

Al Baghdadi ferito alla spina dorsale Il comando di Isis nelle mani del vice




Una notizia data dal magazine Guardian e non confermata, anzi smentita dal Pentagono, darebbe Abu Bakr  il capo supremo dell’Isis, il “Califfo” ferito in modo molto grave alla spina dorsale, tanto da restare completamente paralizzato; questo evento farebbe passare il comando delle famigerate milizie jihadiste nelle mani del vice: Abu Alaa al Afri. Le ferite sarebbero state riportate  da al Baghdadi, in un raid aereo della coalizione messo in atto  il 18 marzo ad al Baaji, in Iraq.
La notizia va presa con molta prudenza perchè nulla è stato confermato dall’America nè da altri; di certo c’è che se la notizia ha fondamento, e il ferimento del capo dell’Isis è avvenuto veramente, le sorti di molte cose potrebbero prendere una svolta differente. La notizia pubblicata dal Guardian è talmente dettagliata che riporta anche di due medici  partiti da Mosul per raggiungere il covo segreto del Califfo per prestargli delle cure; le condizioni dell’uomo però sarebbero risultate subito molto preoccupanti.
Da qui la nomina del nuovo capo; un fedelissimo che è da molto tempo nell’Isis ed era già stato indicato come possibile successore di Abu Omar al Baghdadi, al Afri, il mujahed che era alla guida della fazione nel 2010. Il cambio al vertice avrebbe registrato un segnale di difficoltà nello  spostamento di militanti, con palese  urgenza, dal quadrante siriano a quello iracheno.In ogni caso continua senza sosta il reclutamento di nuovi adepti: le statistiche delle ultime settimane dicono che, negli ultimi sei mesi, i volontari europei sarebbero cresciuti da 5 mila a 6-7 mila.






Isis avrebbe un nuovo capo, Al Afri. Scontri per la leadership

Sulla scia delle voci di un grave ferimento, addirittura della morte del Califfo Nero Al Baghdadi, emerge un successore per la guida dello Stato Islamico: un passaggio alla guida del movimento jihadista tutto da confermare, ma accompagnato da notizie di duri scontri all'interno del gruppo. Il leader designato - con il dubbio che sia già operativo, se i rumour sulle condizioni di al-Baghdadi corrispondono a verità - è Abddul Rahman al Sheijar, conosciuto con il nome di battaglia Abu Ala Al Afri.
Secondo indiscrezioni dei giorni scorsi, sarebbe stato scelto per prendere il controllo dell'Isis in caso di morte del fondatore al Baghdadi. Ora, riporta The Times, funzionari curdi in Iraq hanno riferito di sanguinosi scontri tra membri dell'Isis nella città del nuovo leader, ovvero Tal Afar, che si trova una sessantina di chilometri a Ovest di Mosul. "C'è stato anche spargimento di sangue" tra i sostenitori dello Stato islamico, improvvisamente divisi dal cambio di leadership, sostengono le fonti curde.
Afri sarebbe un ex insegnante di fisica, molto carismatico, considerato "più importante e più brillante" di al-Baghdadi, secondo Hisham al Hashimi, consigliere per la sicurezza del governo iracheno. "Sa parlare bene in pubblico, ha un forte carisma e tutti i leader dell'Isis trovano che abbia saggezza nella sua visione jihadista, che abbia buone capacità di leadership e amministrative". Al Hashimi sostiene che al Baghdadi ha subito gravi lesioni alla spina dorsale durante un raid americano sull'area di al Baaj, ad Ovest di Mosul. Il Pentagono ha fatto sapere di non avere informazioni per confermare. Il Califfo Nero era già sfuggito a un'incursione aerea lo scorso dicembre, in cui fu ucciso un altro leader dell'Isis.
Le voci sulla probabile uscita di scena di al Baghdadi comunque si moltiplicano da giorni. Domenica scorsa l'agenzia iraniana Fars ha riferito della morte clinica del capo dell'Isis. Anche questo non è stato confermato, ma una smentita del gruppo jihadista, particolarmente debole, ha avuto l'effetto contrario, rilanciando le speculazioni sulla sorte di al Baghdadi.
Il quotidiano panarabo al Quds al Arabi scriveva ieri di aver interpellato una fonte interna dell'Isis sulle notizie del ferimento di al Baghdadi. "La notizia è falsa - è stata la risposta - ma al Baghdadi, come del resto tutti i leader del Califfato, potrebbero essere presi di mira dagli americani e guadagnarsi il martirio come successe ad Abu Musab al Zarqawi ed a Abu Omar al Baghdadi (entrambi ex leader di al Qaida uccisi in raid americani, ndr); tutti se ne sono andati, ma lo Stato Islamico rimane e non sarà destabilizzato". Una dichiarazione che ha finito per alimentare ulteriori dubbi.



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