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lunedì 29 giugno 2015

Video: Il padre del giovane terrorista Seifeddine Rezgui, gli hanno fatto il lavaggio del cervello







Strage in Tunisia, si cercano i complici Amici del killer: "Educato e alla mano"

Chi lo conosceva lo descrive come "un giovane come tanti". Gli investigatori non capiscono dove lo studente 23enne si sia procurato il kalashnikov e come si sia preparato per compiere la strage

- Studente, 23 anni, incensurato; "un ragazzo come tanti, alla mano, educato", ricorda chi l'ha incontrato. Un ragazzo che studiava ingegneria informatica e che frequentava due moschee a Kairouan, dove abitava in un appartamento in affitto con tre compagni di studi. Una persona normale, insomma, Seifeddine Rezgui. Che però venerdì si è armato di un kalashnikov e ha fatto strage a Sousse.



Morto lui, scappati di notte i tre compagni d’affitto e svuotata la casa anche d’ogni oggetto: prima della fuga, s’ignora se per semplice prudenza oppure per reali paure, hanno raccattato scarpe e libri, computer e dopobarba, cd musicali e fotografie. Alla polizia, arrivata in forze all’alba, non è rimasto che rintracciare il proprietario dell’appartamento, apparso sorpreso, caricarlo sul pick-up e portarlo via per avere chiarimenti e informazioni. Dell’uomo, trattenuto a oltranza, a metà di sabato pomeriggio ancora non c’era notizia nella zona salafita della medina di Kairouan, la città santa dove s’ambienta la geografia di Seiffedine Rezgui, il killer in costume, il ragazzo che sui social network inneggiava alla jihad, lo studente omaggiato dall’Isis, che (in ritardo di alcune ore) ha rivendicato la strage a Sousse e ha battezzato il 23enne con un nome di battaglia, per accompagnarlo nel viaggio in «paradiso». Sua ricompensa per l’agguato, insieme sembra ai soldi donati alla famiglia, originaria della Tunisia settentrionale da dove rimbalzano voci ovviamente difensive, perché Seiffedine era «un timido introverso, soffriva la vita».



domenica 22 marzo 2015

Tunisi: un video conferma gli attentatori del Museo del Bardo




Le autorità tunisine hanno diffuso stasera un video, in parte tratto dalle telecamere di sorveglianza, in cui si mostrano i due killer che hanno realizzato l'attentato al Museo del Bardo di Tunisi mercoledì, mentre camminano nelle sale del museo.
Sparando col Kalashnikov, i due attentatori hanno ucciso 20 turisti stranieri - tra i quali quattro italiani - e una guardia tunisina.
Il video, della durata di un minuto circa, è stato pubblicato dal ministero dell'Interno sulla sua pagina ufficiale Facebook. Inizia in una delle sale del museo. La registrazione riporta la data di mercoledì, alle 12.09 e qualche secondo. Si vedono i due uomini che camminano tranquilli nelle sale, armi alla mano, cappuccio rosso in testa uno, cappellino in testa l'altro.
Delle foto mostrano dopo il loro cadavere. L'addome del primo corpo è cerchiato di rosso per mostrare quella che apparentemente è una cintura esplosiva. Il secondo è nel sangue. E' impossibile per entrambi distinguere il volto, piuttosto giovanile.
Poi, un'altra telecamera di sorveglianza li mostra ancora vivi, ai piedi di una scala. Incrociano un uomo che li fa andare scappando.
I due assalitori sono stati identificati in Jabeur Khachnoui, un liceale della regione di Kasserine (centro-ovest) e Yassine Laabidi, 27 anni, di Tunisi. L'attentato è stato rivendicato dallo Stato islamico (Isis). I due attentatori, secondo le autorità tunisine, si sarebbero addestrati in Libia.