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domenica 25 marzo 2018

CROAZIA, BRUNO BOBAN MUORE IN CAMPO/ Ultime notizie, video: le condoglianze del Marsonia, "Riposa in pace"




CROAZIA, BRUNO BOBAN MUORE IN CAMPO/ Ultime notizie, video: le condoglianze del Marsonia, "Riposa in pace"

Tragedia in Croazia: Bruno Boban, calciatore del Marsonia in terza divisione, è morto in seguito ad un collasso avvenuto sul terreno di gioco durante una partita del suo Marsonia  A tre settimane dalla morte di Davide Astori, il mondo del calcio è nuovamente in lutto in seguito alla morte in campo di Bruno Boban, attaccante 25enne del Marsonia, durante la partita contro il Pozega Slavonja, nella terza categoria croata. Le immagini parlano chiaro: il giovane cede la palla in attacco ad un compagno che entra in area, ma quando l'azione di perde lui si accascia in campo e crolla, portandosi le mani sulla testa. Dramma tra i suoi compagni mentre l'arbitro allertava i soccorsi, durati secondo i media croati ben 45 minuti ma senza nessun esito positivo per il 25enne. Una tragedia che inevitabilmente ricorda quanto accaduto a Piermario Morosini, nell'aprile 2012. Dopo la notizia della sua morte, non sono mancate le condoglianze alla famiglia del giovane calciatore e capocannoniere del campionato dove militava, da parte del Marsonia e della Federcalcio croata: "Riposa in pace, Bruno". 





VITTIMA DI UN COLLASSO DOPO UNA PALLONATA

Un’altra tragedia scuote il mondo del calcio: non ci siamo ancora ripresi dallo shock per la morte improvvisa di Davide Astori che, a meno di un mese, dalla Croazia arriva la notizia della morte di Bruno Boban. Il calciatore, 25 anni, ha subito un malore in campo: un collasso al quarto d’ora di gioco della partita tra il suo Marsonia e lo Slavonija Pozega, terza divisione nazionale che ufficialmente si chiama Tréca HNL. Boban è stato colpito da una pallonata al petto, ma molto leggera; l'arbitro ha fischiato un fallo e subito dopo il calciatore si è accasciato sul terreno di gioco. I media della Croazia riportano che abbia perso subito conoscenza e sia stato prontamente soccorso dai medici e dallo staff sanitario presente a bordo campo. Tuttavia, trasportato in ospedale, è deceduto nonostante i tentativi di rianimarlo che sono andati avanti per 40 minuti. La tragedia richiama alla memoria, purtroppo, altre morti occorse in campo: l’ungherese Miklos Feher - nel 2004 - durante una partita tra il Benfica e il Vitoria Guimaraes e, rimanendo in casa nostra, Piermario Morosini che giocava nel Livorno e stava disputando una partita di Serie B a Pescara. All’epoca, ricorderete, c’erano anche state polemiche circa la prontezza dei mezzi di soccorso e soprattutto per la mancanza di un defibrillatore a bordo campo, che avrebbe potuto salvare la vita al calciatore.

LA CARRIERA DI BOBAN

Curiosamente, Boban si era appena trasferito al Marsonia proprio dallo Slavonjia: nella città di Pozega, in Slavonia - nel centro della Croazia - il calciatore era cresciuto facendo anche l ‘esordio in prima squadra. Ad agosto era stato ceduto al NK Zagabria; non giocava tantissimo, ma aveva iniziato a farlo con più continuità con la sua nuova squadra, appunto il Marsonia. Nella sua carriera ci sono 18 partite anche nella prima divisione croata, con la maglia dello Slavonjia; nessun gol per lui, e appena un assist che risale al novembre 2014 in un 2-2 contro l’RNK Spalato. Ha un fratello, Gabrijel Boban, che ha tre anni più di lui e attualmente gioca nell’Osiejk, nel massimo campionato croato (quarta in classifica): maglia numero 7, è titolare della formazione e ha segnato 3 gol con 7 assist nel torneo, mettendo anche a segno una rete nei turni preliminari di Europa League dove la sua squadra è arrivata fino al playoff per entrare nella fase a gironi, venendo eliminata dall’Austria Vienna. E’ un esterno destro offensivo: lo stesso ruolo che ricopriva il povero Bruno. Qui sotto il video a corredo delle informazioni e inserito qui solo per questo contesto; resta chiaramente la tragedia di quanto accaduto.





martedì 23 giugno 2015

VIDEO: Frodi sportive: le intercettazioni e l'arresto di Antonio Pulvirenti, presidente del Catania





Arrestato Pulvirenti, queste le 6 partite “comprate e vendute” 

Sette ordinanze di custodia cautelare nei confronti di dirigenti del Catania che avrebbero comprato 6 partite del campionato di calcio di serie B, appena concluso, per consentire alla squadra di vincere ed evitare la retrocessione. Ci sono altri indagati in tutta Italia, almeno 13, ma al momento gli inquirenti non fanno i nomi perché non sono ancora stati notificati gli avvisi di garanzia, dice il questore della città siciliana, Marcello Cardona. Il Catania, a ogni modo, ha ottenuto quella che si definisce una salvezza “tranquilla”, finendo al 15° posto con 49 punti. Alle spalle degli etnei si sono classificate ben 6 squadre. Comunque stamattina sono stati posti ai domiciliari il presidente Antonino Pulvirenti, il vicepresidente Pablo Cosentino (i due sono insieme nella foto in basso) e l’ex direttore sportivo Daniele Delli Carri, assieme ad altri quattro procuratori.
Gli inquirenti: “Vincolo associativo stabile”
L’inchiesta è coordinata dai pubblici ministeri Alessia Natale e Alessandro Sorrentino dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Catania e condotta da Antonella Paglialunga, dirigente della Digos. Nasce dalle denunce del presidente del Catania per questioni di tifoseria e dalla sconfitta che avrebbe dovuto decretare la retrocessione della squadra dalla B, quella con il Varese, vinta dal Catania. Di “vincolo associativo stabile” Paglialunga che aggiunge di sospetto di combine per un match nel barese, sospettato confermato dalle intercettazioni telefoniche e ambientali (nel video sotto alcune delle conversazioni ascoltate dagli investigatori). Si parlava di “treni del gol in arrivo” (“treni del gol” è anche il nome dell’operazione) per indicare i giocatori avvicinati e da avvicinare e di “orari in arrivo” in riferimento alle maglie delle squadra da “addomesticare”.
Le partite sotto la lente degli inquirenti
Tra le partite nel mirino degli inquirenti compaiono Varese-Catania 0-3, Catania-Trapani 4-1, Latina-Catania 1-2, Catania-Ternana 2-0, Catania-Livorno 1-1, Catania-Avellino 1-0 e Messina-Ischia. Il procuratore di Catania Giovanni Salvi ha spiegato che tra le altre persone indagate ci sono il proprietario del Messina Pietro Lo Monaco, l’ad Alessandro Failla e i giocatori Alessandro Bernardini (Livorno), Riccardo Fiamozzi (Varese), Antonio Daì (Trapani) e Matteo Bruscagin (Latina). Non sono indagati giocatori del Catania.
Frode in competizioni sportive e truffa
I dirigenti arrestati sono accusati, a vario titolo, di frode in competizioni sportive e truffa: avrebbero comprato le partite alterando così i risultati degli incontri del Catania e l’esito del campionato. Perquisizioni sono in corso da parte della polizia a Roma, Chieti, Campobasso e Catania. Due le fasi dell’attività illegale, secondo la Digos della città etnea: quella ideativa della combina e poi la seconda, esecutiva, con la consegna del denaro a soggetti per il pagamento del calciatore che si presume corrotto (10 mila euro gli importi pagati agli sportivi compiacenti). Una catena articolata, gerarchica e verticale, per raggiungere l’obiettivo dei dirigenti calcistici.
I nomi degli agenti coinvolti
Insieme al presidente e al vicepresidente del Catania sono stati arrestati Giovanni Impellizzeri, Piero Di Luzio, Fabrizio Milozzi e Fernando Arbotti. Tra loro due procuratori sportivi e due gestori di scommesse on line. Sono accusati di frode sportiva. Alle 11 conferenza stampa a Catania ha illustrato i particolari dell’inchiesta. Secondo l’accusa, alcune vittorie del Catania sarebbero state concordate in cambio di pagamento di denaro. Ma la presenza di due gestori di scommesse tra gli arrestati potrebbe allargare il quadro delle accuse. Se le cose stanno così, emergeranno dalle indagini i nomi di altre squadre e di altri dirigenti sportivi.



Questa la parte bassa della classifica di serie B, alla fine dello scorso campionato. I punti sono a destra, a sinistra la posizione raggiunta dalle squadre. Dopo il fallimento di ieri, il Parma non è sceso in serie B. E il Brescia non è retrocceso in C. Bisognerà vedere ora cosa accadrà col Catania per il quale in passato Pulvirenti si era scagliato contro l’operato degli arbitri, come nel caso della partita con la Juventus a cui il video sotto si riferisce.
Il presidente della serie B: “No a campionato invalidato”
Il presidente della Lega di Serie B Andrea Abodi a Sky TG24 HD ha detto che “il rischio di invalidare il campionato non esiste. Per definizione la responsabilità è individuale, quindi risponde chi paga”. E ha aggiunto: “La situazione è circoscritta anche se indubbiamente c’è un’incidente sulla competizione stessa. A questo punto mi auguro soltanto che, al di là della competizione che si è appena chiusa, si possa riaprire la nuova sotto gli auspici migliori e che ci sia un processo che velocemente ci consenta di iniziare la competizione”. Poi, su Twitter, ha aggiunto: “Mi avessero dato una coltellata mi avrebbero fatto meno male.Ma adesso c’è solo voglia di reagire e aumentare l’impegno e la responsabilità”.
Le reazioni dei tifosi su Facebook
Subito, in rete e soprattutto su alcune pagine Facebook, sono apparse le reazioni delle tifoserie del Catania, che scrivono: “Onore a noi che non ci siamo venduti. Che non ci siamo girati dall’altra arte. Che abbiamo denunciato il disastro Catania già un anno fa. Che nonostante le critiche di molti siamo andati avanti lo stesso. Oggi è un giorno triste ma dobbiamo avere la consapevolezza che ci siamo comportati secondo coscienza. Perché difendere i nostri colori è anche denunciare quello che non va, non chiudere gli occhi. Il prezzo da pagare sarà alto e lo pagheremo. È giusto così. È il modo per difendere l’integrità e la purezza della nostra Storia. E poi ripartiremo. Da qualunque categoria. Onesti, e puliti. Catania siamo noi”.