Post più popolari

Visualizzazione post con etichetta sport. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta sport. Mostra tutti i post

martedì 23 giugno 2015

VIDEO: Frodi sportive: le intercettazioni e l'arresto di Antonio Pulvirenti, presidente del Catania





Arrestato Pulvirenti, queste le 6 partite “comprate e vendute” 

Sette ordinanze di custodia cautelare nei confronti di dirigenti del Catania che avrebbero comprato 6 partite del campionato di calcio di serie B, appena concluso, per consentire alla squadra di vincere ed evitare la retrocessione. Ci sono altri indagati in tutta Italia, almeno 13, ma al momento gli inquirenti non fanno i nomi perché non sono ancora stati notificati gli avvisi di garanzia, dice il questore della città siciliana, Marcello Cardona. Il Catania, a ogni modo, ha ottenuto quella che si definisce una salvezza “tranquilla”, finendo al 15° posto con 49 punti. Alle spalle degli etnei si sono classificate ben 6 squadre. Comunque stamattina sono stati posti ai domiciliari il presidente Antonino Pulvirenti, il vicepresidente Pablo Cosentino (i due sono insieme nella foto in basso) e l’ex direttore sportivo Daniele Delli Carri, assieme ad altri quattro procuratori.
Gli inquirenti: “Vincolo associativo stabile”
L’inchiesta è coordinata dai pubblici ministeri Alessia Natale e Alessandro Sorrentino dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Catania e condotta da Antonella Paglialunga, dirigente della Digos. Nasce dalle denunce del presidente del Catania per questioni di tifoseria e dalla sconfitta che avrebbe dovuto decretare la retrocessione della squadra dalla B, quella con il Varese, vinta dal Catania. Di “vincolo associativo stabile” Paglialunga che aggiunge di sospetto di combine per un match nel barese, sospettato confermato dalle intercettazioni telefoniche e ambientali (nel video sotto alcune delle conversazioni ascoltate dagli investigatori). Si parlava di “treni del gol in arrivo” (“treni del gol” è anche il nome dell’operazione) per indicare i giocatori avvicinati e da avvicinare e di “orari in arrivo” in riferimento alle maglie delle squadra da “addomesticare”.
Le partite sotto la lente degli inquirenti
Tra le partite nel mirino degli inquirenti compaiono Varese-Catania 0-3, Catania-Trapani 4-1, Latina-Catania 1-2, Catania-Ternana 2-0, Catania-Livorno 1-1, Catania-Avellino 1-0 e Messina-Ischia. Il procuratore di Catania Giovanni Salvi ha spiegato che tra le altre persone indagate ci sono il proprietario del Messina Pietro Lo Monaco, l’ad Alessandro Failla e i giocatori Alessandro Bernardini (Livorno), Riccardo Fiamozzi (Varese), Antonio Daì (Trapani) e Matteo Bruscagin (Latina). Non sono indagati giocatori del Catania.
Frode in competizioni sportive e truffa
I dirigenti arrestati sono accusati, a vario titolo, di frode in competizioni sportive e truffa: avrebbero comprato le partite alterando così i risultati degli incontri del Catania e l’esito del campionato. Perquisizioni sono in corso da parte della polizia a Roma, Chieti, Campobasso e Catania. Due le fasi dell’attività illegale, secondo la Digos della città etnea: quella ideativa della combina e poi la seconda, esecutiva, con la consegna del denaro a soggetti per il pagamento del calciatore che si presume corrotto (10 mila euro gli importi pagati agli sportivi compiacenti). Una catena articolata, gerarchica e verticale, per raggiungere l’obiettivo dei dirigenti calcistici.
I nomi degli agenti coinvolti
Insieme al presidente e al vicepresidente del Catania sono stati arrestati Giovanni Impellizzeri, Piero Di Luzio, Fabrizio Milozzi e Fernando Arbotti. Tra loro due procuratori sportivi e due gestori di scommesse on line. Sono accusati di frode sportiva. Alle 11 conferenza stampa a Catania ha illustrato i particolari dell’inchiesta. Secondo l’accusa, alcune vittorie del Catania sarebbero state concordate in cambio di pagamento di denaro. Ma la presenza di due gestori di scommesse tra gli arrestati potrebbe allargare il quadro delle accuse. Se le cose stanno così, emergeranno dalle indagini i nomi di altre squadre e di altri dirigenti sportivi.



Questa la parte bassa della classifica di serie B, alla fine dello scorso campionato. I punti sono a destra, a sinistra la posizione raggiunta dalle squadre. Dopo il fallimento di ieri, il Parma non è sceso in serie B. E il Brescia non è retrocceso in C. Bisognerà vedere ora cosa accadrà col Catania per il quale in passato Pulvirenti si era scagliato contro l’operato degli arbitri, come nel caso della partita con la Juventus a cui il video sotto si riferisce.
Il presidente della serie B: “No a campionato invalidato”
Il presidente della Lega di Serie B Andrea Abodi a Sky TG24 HD ha detto che “il rischio di invalidare il campionato non esiste. Per definizione la responsabilità è individuale, quindi risponde chi paga”. E ha aggiunto: “La situazione è circoscritta anche se indubbiamente c’è un’incidente sulla competizione stessa. A questo punto mi auguro soltanto che, al di là della competizione che si è appena chiusa, si possa riaprire la nuova sotto gli auspici migliori e che ci sia un processo che velocemente ci consenta di iniziare la competizione”. Poi, su Twitter, ha aggiunto: “Mi avessero dato una coltellata mi avrebbero fatto meno male.Ma adesso c’è solo voglia di reagire e aumentare l’impegno e la responsabilità”.
Le reazioni dei tifosi su Facebook
Subito, in rete e soprattutto su alcune pagine Facebook, sono apparse le reazioni delle tifoserie del Catania, che scrivono: “Onore a noi che non ci siamo venduti. Che non ci siamo girati dall’altra arte. Che abbiamo denunciato il disastro Catania già un anno fa. Che nonostante le critiche di molti siamo andati avanti lo stesso. Oggi è un giorno triste ma dobbiamo avere la consapevolezza che ci siamo comportati secondo coscienza. Perché difendere i nostri colori è anche denunciare quello che non va, non chiudere gli occhi. Il prezzo da pagare sarà alto e lo pagheremo. È giusto così. È il modo per difendere l’integrità e la purezza della nostra Storia. E poi ripartiremo. Da qualunque categoria. Onesti, e puliti. Catania siamo noi”.



venerdì 8 maggio 2015

India: 4 atlete si suicidano, l’allenatore le molestava, una muore, gravi le altre




Quattro giovani atlete indiane impegnate nel canottaggio e in altri sport acquatici hanno messo in atto ieri sera in Kerala un suicidio collettivo adducendo non ancora ben chiarite “molestie e pressioni” da parte di un allenatore.
Una di esse è morta e le altre tre sono ricoverate in condizioni critiche in ospedale. Lo riferisce oggi la tv  Zee News. La rivolta è avvenuta in un ostello della Authority degli Sport dell’India (Sai) dove le atlete quindicenni erano alloggiate a Alappuzha, un luogo a a 130 chilometri dalla capitale dello Stato, Trivandrum.
Secondo prime frammentarie informazioni, il messaggio firmato dalle quattro ragazze prima di compiere il loro gesto chiamerebbe in causa un allenatore il cui comportamento sarebbe andato pesantemente oltre la relazione normale con le atlete.
Il frutto dell’albero dei suicidi
Il personale del Centro di addestramento ha cercato, in un primo momento, di minimizzare l’episodio, sostenendo che si tratterebbe della conseguenza di un rimprovero formulato dall' allenatore che avrebbe sorpreso le atlete a consumare bevande alcoliche.







Per il suicidio le giovani avrebbero mangiato frutti di Othalanga, una pianta che cresce quasi solo in Kerala e in Sri Lanka e che è conosciuta come “l’albero dei suicidi”.