
- Ankara, 2 nov. - All'indomani del voto che ha riconsegnato al suo Akp la maggioranza assoluta, il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha lanciato un messaggio "al mondo intero" chiedendo che "il risultato della volonta' popolare venga rispettato". Il filo-islamico partito della Giustizia e dello sviluppo, con il 49,41% delle preferenze, ha conquistato 316 dei 550 seggi del Parlamento turco, un numero ben piu' alto della maggioranza assoluta (276), che consente al partito del presidente di formare da solo il governo e di sfiorare la maggioranza qualificata (330) necessaria per cambiare la costituzione in direzione presidenzialista.
Erdogan ha parlato alla fine della preghiera cui ha preso parte in una moschea di Istanbul, ribadendo un concetto espresso nei giorni passati, ovvero che i turchi hanno scelto la stabilita', persa dal Paese in seguito al risultato delle elezioni del 7 giugno e al fallimento dei tentativi di formare una coalizione.
Il presidente ha poi liquidato le polemiche e i dubbi nei suoi confronti sollevati dalla stampa straniera nei giorni passati: "Non mi hanno mai rispettato, sin dal giorno in cui sono diventato presidente con il 52% dei voti. Qualcuno dovrebbe chiedere a questi signori 'Che concetto avete di democrazia?'". Erdogan ha ringraziato i turchi per la fiducia espresso nei confronti del suo partito, "che governera' da solo, come ci ha chiesto la gente e il volere del popolo deve essere rispettato, da tutto il mondo". L'Akp ha dimostrato, secondo Erdogan, di essere piu' forte dei complotti orditi alle sue spalle e governera' secondo il motto "una nazione, una bandiera, una terra, uno stato".
I repubblicani del Chp, con il 25,38% hanno avuto un lievissimo incremento di voti rispetto alle elezioni di giugno e 134 seggi, 3 in piu' rispetto a 5 mesi fa, confermandosi principale partito di opposizione, e primo partito in appena 6 delle 81 provincie della Turchia, tutte situate sulla costa del Mar Egeo. Il segretario Kelam Kilcdaroglu ha dichiarato che "i 400 morti degli ultimi mesi meritano una valutazione molto attenta", rinviando al congresso l'eventualita' di rassegnare le dimissioni e ribadendo che il Chp "continuera' ad agire per portare la democrazia in questo Paese".
Amaro risveglio per i nazionalisti del Mhp, che dal 16,2% di giugno sono calati all'11,9%, vedendo dimezzati il numero dei seggi loro riservati nell'unica Camera del Parlamento, da 80 a 41. Il segretario Devlet Bahceli ha rassegnato le dimissioni affermando che "il partito ha superato la soglia di sbarramento aggirando tantissime trappole". Del calo dell'Mhp ne ha beneficiato l'Akp, che ha sottratti voti ai nazionalisti con il pugno duro mostrato nei confronti dei ribelli separatisti curdi del Pkk negli ultimi 3 mesi.
I filo curdi dell'Hdp, che a giugno avevano passato per la prima volta la soglia di sbarramento del 10%, ottenendo il 13% dei voti, sono passati al 10,7, passando da 80 a 59 parlamentari. Nei proclami della vigilia il segretario Selattin Demirtas puntava al 15% e a portare l'Hdp a essere terzo partito. "Non abbiamo ottenuto quello che volevamo, ma ringraziamo chi ci ha dato fiducia, siamo in Parlamento e continueremo a lavorare per la democrazia, ma soprattutto per la Pace, ce lo chiede la gente". La maggioranza ottenuta in buona parte del sud-est del Paese, a maggioranza curda, consente comunque all'Hdp di guadagnare piu' seggi dei nazionalisti e diventare la terza forza presente in Parlamento.
Intanto, in seguito al risultato elettorale, la Borsa di Istanbul ha guadagnato 5 punti alla riapertura dei mercati questa mattina.
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