Post più popolari

Visualizzazione post con etichetta Ankara. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Ankara. Mostra tutti i post

lunedì 2 novembre 2015

VIDEO: Turchia: vittoria record per il "Sultano" che ottiene la maggioranza assoluta











- Ankara, 2 nov. - All'indomani del voto che ha riconsegnato al suo Akp la maggioranza assoluta, il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha lanciato un messaggio "al mondo intero" chiedendo che "il risultato della volonta' popolare venga rispettato". Il filo-islamico partito della Giustizia e dello sviluppo, con il 49,41% delle preferenze, ha conquistato 316 dei 550 seggi del Parlamento turco, un numero ben piu' alto della maggioranza assoluta (276), che consente al partito del presidente di formare da solo il governo e di sfiorare la maggioranza qualificata (330) necessaria per cambiare la costituzione in direzione presidenzialista.

  Erdogan ha parlato alla fine della preghiera cui ha preso parte in una moschea di Istanbul, ribadendo un concetto espresso nei giorni passati, ovvero che i turchi hanno scelto la stabilita', persa dal Paese in seguito al risultato delle elezioni del 7 giugno e al fallimento dei tentativi di formare una coalizione.
  Il presidente ha poi liquidato le polemiche e i dubbi nei suoi confronti sollevati dalla stampa straniera nei giorni passati: "Non mi hanno mai rispettato, sin dal giorno in cui sono diventato presidente con il 52% dei voti. Qualcuno dovrebbe chiedere a questi signori 'Che concetto avete di democrazia?'". Erdogan ha ringraziato i turchi per la fiducia espresso nei confronti del suo partito, "che governera' da solo, come ci ha chiesto la gente e il volere del popolo deve essere rispettato, da tutto il mondo". L'Akp ha dimostrato, secondo Erdogan, di essere piu' forte dei complotti orditi alle sue spalle e governera' secondo il motto "una nazione, una bandiera, una terra, uno stato".
  I repubblicani del Chp, con il 25,38% hanno avuto un lievissimo incremento di voti rispetto alle elezioni di giugno e 134 seggi, 3 in piu' rispetto a 5 mesi fa, confermandosi principale partito di opposizione, e primo partito in appena 6 delle 81 provincie della Turchia, tutte situate sulla costa del Mar Egeo. Il segretario Kelam Kilcdaroglu ha dichiarato che "i 400 morti degli ultimi mesi meritano una valutazione molto attenta", rinviando al congresso l'eventualita' di rassegnare le dimissioni e ribadendo che il Chp "continuera' ad agire per portare la democrazia in questo Paese".
  Amaro risveglio per i nazionalisti del Mhp, che dal 16,2% di giugno sono calati all'11,9%, vedendo dimezzati il numero dei seggi loro riservati nell'unica Camera del Parlamento, da 80 a 41. Il segretario Devlet Bahceli ha rassegnato le dimissioni affermando che "il partito ha superato la soglia di sbarramento aggirando tantissime trappole". Del calo dell'Mhp ne ha beneficiato l'Akp, che ha sottratti voti ai nazionalisti con il pugno duro mostrato nei confronti dei ribelli separatisti curdi del Pkk negli ultimi 3 mesi.
  I filo curdi dell'Hdp, che a giugno avevano passato per la prima volta la soglia di sbarramento del 10%, ottenendo il 13% dei voti, sono passati al 10,7, passando da 80 a 59 parlamentari. Nei proclami della vigilia il segretario Selattin Demirtas puntava al 15% e a portare l'Hdp a essere terzo partito. "Non abbiamo ottenuto quello che volevamo, ma ringraziamo chi ci ha dato fiducia, siamo in Parlamento e continueremo a lavorare per la democrazia, ma soprattutto per la Pace, ce lo chiede la gente". La maggioranza ottenuta in buona parte del sud-est del Paese, a maggioranza curda, consente comunque all'Hdp di guadagnare piu' seggi dei nazionalisti e diventare la terza forza presente in Parlamento.
  Intanto, in seguito al risultato elettorale, la Borsa di Istanbul ha guadagnato 5 punti alla riapertura dei mercati questa mattina.



 

venerdì 26 giugno 2015

VIDEO: Intervista al sindaco di Kobane





Kobane resiste, l'Isis ha attaccato dalla Turchia

I convogli e i miliziani dell Isis sono entrati dalla frontiera di Mursitpinar, i combattenti curdi hanno bloccato l'assalto. Si parla di 40 morti.
Polemiche sull'arrivo dell'Isis a Kobane passando dalla frontiera nord, quella di Mursitpinar. Quella è la frontiera con la Turchia - denunciano i militanti - la stessa dove è stato negato il corridoio umanitario per i profughi, il passaggio degli aiuti per i combattenti curdi, l'arrivo di delegazioni internazionali, di medici, di farmaci... Una strana frontiera chiusa per le questioni umanitarie e non per i militanti dell'Isis. Dalla parte curda durante gli scontri in città sono state registrate 42 vittime e oltre 55 feriti, per la maggior parte donne o bambini. "Negli ultimi mesi molti miliziani di Daesh sono entrati in Turchia per riorganizzarsi e stanotte ci hanno attaccato alle spalle partendo dal confine turco. Quest'attacco ha lo scopo di bloccare la nostra avanzata" hanno raccontato. Da segnalare che la Turchia ha immediatamente chiuso i valichi di frontiera impedendo il passaggio dei profughi.
La testimonianza di Nessirin Abdalla, comandante dell'Ypj."L'attentato dell'Isis di questa mattina a Kobane è cominciato questa mattina con 4 autobomba in città poi hanno sparato a chiunque si trovava sulla loro strada". Comincia così il drammatico racconto di Nessirin Abdalla, comandante dell'Ypj, l'unità di difesa delle donne curde, raccolta oggi pomeriggio nel corso di una conferenza stampa alla Camera, organizzata da Sel. "Al momento- continua Abdalla- ci sono 20 morti tra i civili e diversi tra feriti e ostaggi, sia in città che nel villaggio di Bakha Botan. Ora le nostre forze di difesa hanno circondato questi gruppi ed e' arrivato anche l'aiuto da parte della coalizione". Gli uomini dell'Is, spiega la comandante Ypj, "sono entrati in città con una specie di camouflage, erano vestiti con divise della Free Syrian Army e diversi di loro si sono fatti esplodere come kamikaze. Questi gruppi sono stati tutti circondati e ora c'e' una forte battaglia tra Ypg (le forze curde in generale, ndr) e Daesh", cioè il nome in arabo dello Stato islamico. "Stiamo cercando con le forze di difesa- conclude Abdalla- di salvare la città di Kobane sacrificando il minor numero possibile di vite umane. Stiamo facendo verifiche sul fatto che siano passati dalla Turchia, molta stampa lo sostiene, ma noi lo stiamo ancora verificando".







Le forze curde siriane hanno annunciato di aver un'avviato una vasta un'operazione a Kobane per individuare i jihadisti dell'Isis che si sarebbero infiltrati durante l'attacco di questa mattina, 25 giugno 2015, e sarebbero nascosti in aree di quella che un tempo era la terza città a maggioranza curda della Siria. Lo ha riferito l'agenzia di stampa Dpa. 


Il portavoce delle Unità di protezione del popolo (Ypg), Redur Xalil, ha rivendicato l'uccisione di 15 combattenti di un gruppo composto presumibilmente da 35 jihadisti. I jihadisti, ha affermato, "non possono più muoversi liberamente in città perché le forze Ypg hanno lanciato una caccia all'uomo". 




L'attacco dell'Isis a Kobane.
 Stamattina, i jihadisti dello Stato Islamico dell'Isis hanno tentato con un'azione militare di prendere nuovamente il controllo di Kobane, città nel nord della Siria a ridosso del confine con la Turchia. Lo ha riferito la Bbc, che ha citato come fonte l'Osservatorio siriano per i diritti umani, una ong con sede in Gran Bretagna, legata agli attivisti delle opposizioni siriane. Secondo l'Osservatorio, gli scontri per riconquistare la città, iniziati nella notte, hanno causato diverse vittime. Le forze curde a fine gennaio erano riuscite a respingere i jihadisti fuori dai confini della città dopo una lunga battaglia con il sostegno dei raid aerei della coalizione internazionale. 

Bilancio dell'attentato: 25 vittime. Secondo le prime informazioni, il bilancio degli attentati, compiuti dai jihadisti nella periferia di Kobane-Yan Arab, è di 25 morti e 75 feriti. A riportarlo è il sito curdo di notizie Rudaw, che mostra un filmato in cui la città appare però calma. Il video, secondo Rudaw, risale a stamani, 25 maggio 2015. Citando il corrispondente a Kobane, Rudaw afferma che i miliziani dell'Isis si sono infiltrati in città indossando divise delle milizie curde. 
Ankara: l'Isis non è a Kobane. "Le affermazioni secondo cui i militanti dell'Isis sono arrivati a Kobane dalla Turchia sono infondate. Al più presto renderemo pubbliche le immagini": lo ha comunicato l'ufficio del governatore di Sanliurfa, la provincia sudorientale turca più vicina alla città siriana a maggioranza curda di Kobane, da fine gennaio controllata dalle milizie curde. Secondo Ankara, i jihadisti sono entrati oggi a Kobane , facendo esplodere un'autobomba, ma non avrebbero riconquistato la città. L' Osservatorio siriano dei diritti umani ha spiegato che nell'esplosione sono morte almeno 5 persone.

Le Unità di protezione del popolo (Ypg), ovvero le milizie curde, avevano annunciato la scorsa settimana di aver riconquistato la località strategica di Ayn Issa, ad appena 50 km da Raqqa, la roccaforte dell'Is in Siria. Pochi giorni prima i combattenti curdi avevano annunciato di aver preso il controllo del valico di Tal Abyad, sul confine con la Turchia, finora in mano ai jihadisti del sedicente Stato islamico.