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venerdì 26 giugno 2015

VIDEO: Intervista al sindaco di Kobane





Kobane resiste, l'Isis ha attaccato dalla Turchia

I convogli e i miliziani dell Isis sono entrati dalla frontiera di Mursitpinar, i combattenti curdi hanno bloccato l'assalto. Si parla di 40 morti.
Polemiche sull'arrivo dell'Isis a Kobane passando dalla frontiera nord, quella di Mursitpinar. Quella è la frontiera con la Turchia - denunciano i militanti - la stessa dove è stato negato il corridoio umanitario per i profughi, il passaggio degli aiuti per i combattenti curdi, l'arrivo di delegazioni internazionali, di medici, di farmaci... Una strana frontiera chiusa per le questioni umanitarie e non per i militanti dell'Isis. Dalla parte curda durante gli scontri in città sono state registrate 42 vittime e oltre 55 feriti, per la maggior parte donne o bambini. "Negli ultimi mesi molti miliziani di Daesh sono entrati in Turchia per riorganizzarsi e stanotte ci hanno attaccato alle spalle partendo dal confine turco. Quest'attacco ha lo scopo di bloccare la nostra avanzata" hanno raccontato. Da segnalare che la Turchia ha immediatamente chiuso i valichi di frontiera impedendo il passaggio dei profughi.
La testimonianza di Nessirin Abdalla, comandante dell'Ypj."L'attentato dell'Isis di questa mattina a Kobane è cominciato questa mattina con 4 autobomba in città poi hanno sparato a chiunque si trovava sulla loro strada". Comincia così il drammatico racconto di Nessirin Abdalla, comandante dell'Ypj, l'unità di difesa delle donne curde, raccolta oggi pomeriggio nel corso di una conferenza stampa alla Camera, organizzata da Sel. "Al momento- continua Abdalla- ci sono 20 morti tra i civili e diversi tra feriti e ostaggi, sia in città che nel villaggio di Bakha Botan. Ora le nostre forze di difesa hanno circondato questi gruppi ed e' arrivato anche l'aiuto da parte della coalizione". Gli uomini dell'Is, spiega la comandante Ypj, "sono entrati in città con una specie di camouflage, erano vestiti con divise della Free Syrian Army e diversi di loro si sono fatti esplodere come kamikaze. Questi gruppi sono stati tutti circondati e ora c'e' una forte battaglia tra Ypg (le forze curde in generale, ndr) e Daesh", cioè il nome in arabo dello Stato islamico. "Stiamo cercando con le forze di difesa- conclude Abdalla- di salvare la città di Kobane sacrificando il minor numero possibile di vite umane. Stiamo facendo verifiche sul fatto che siano passati dalla Turchia, molta stampa lo sostiene, ma noi lo stiamo ancora verificando".







Le forze curde siriane hanno annunciato di aver un'avviato una vasta un'operazione a Kobane per individuare i jihadisti dell'Isis che si sarebbero infiltrati durante l'attacco di questa mattina, 25 giugno 2015, e sarebbero nascosti in aree di quella che un tempo era la terza città a maggioranza curda della Siria. Lo ha riferito l'agenzia di stampa Dpa. 


Il portavoce delle Unità di protezione del popolo (Ypg), Redur Xalil, ha rivendicato l'uccisione di 15 combattenti di un gruppo composto presumibilmente da 35 jihadisti. I jihadisti, ha affermato, "non possono più muoversi liberamente in città perché le forze Ypg hanno lanciato una caccia all'uomo". 




L'attacco dell'Isis a Kobane.
 Stamattina, i jihadisti dello Stato Islamico dell'Isis hanno tentato con un'azione militare di prendere nuovamente il controllo di Kobane, città nel nord della Siria a ridosso del confine con la Turchia. Lo ha riferito la Bbc, che ha citato come fonte l'Osservatorio siriano per i diritti umani, una ong con sede in Gran Bretagna, legata agli attivisti delle opposizioni siriane. Secondo l'Osservatorio, gli scontri per riconquistare la città, iniziati nella notte, hanno causato diverse vittime. Le forze curde a fine gennaio erano riuscite a respingere i jihadisti fuori dai confini della città dopo una lunga battaglia con il sostegno dei raid aerei della coalizione internazionale. 

Bilancio dell'attentato: 25 vittime. Secondo le prime informazioni, il bilancio degli attentati, compiuti dai jihadisti nella periferia di Kobane-Yan Arab, è di 25 morti e 75 feriti. A riportarlo è il sito curdo di notizie Rudaw, che mostra un filmato in cui la città appare però calma. Il video, secondo Rudaw, risale a stamani, 25 maggio 2015. Citando il corrispondente a Kobane, Rudaw afferma che i miliziani dell'Isis si sono infiltrati in città indossando divise delle milizie curde. 
Ankara: l'Isis non è a Kobane. "Le affermazioni secondo cui i militanti dell'Isis sono arrivati a Kobane dalla Turchia sono infondate. Al più presto renderemo pubbliche le immagini": lo ha comunicato l'ufficio del governatore di Sanliurfa, la provincia sudorientale turca più vicina alla città siriana a maggioranza curda di Kobane, da fine gennaio controllata dalle milizie curde. Secondo Ankara, i jihadisti sono entrati oggi a Kobane , facendo esplodere un'autobomba, ma non avrebbero riconquistato la città. L' Osservatorio siriano dei diritti umani ha spiegato che nell'esplosione sono morte almeno 5 persone.

Le Unità di protezione del popolo (Ypg), ovvero le milizie curde, avevano annunciato la scorsa settimana di aver riconquistato la località strategica di Ayn Issa, ad appena 50 km da Raqqa, la roccaforte dell'Is in Siria. Pochi giorni prima i combattenti curdi avevano annunciato di aver preso il controllo del valico di Tal Abyad, sul confine con la Turchia, finora in mano ai jihadisti del sedicente Stato islamico.




mercoledì 18 febbraio 2015

Ecco I Piani Dell’Isis. Gentiloni: Il Tempo Stringe




Inghilterra: Il giornale inglese  Daily Telegraph sarebbe in possesso di alcuni documenti segreti dei jihadisti e spiega gli interessi dell’Isis ed i loro obiettivi nel Mediterraneo. In una cartina geografica sarebbero stati cerchiati in rosso alcuni punti importanti e strategici come l’isola di Malta e le città italiane di Siracusa, Gela e Ragusa che si trovano nella parte Orientale della Sicilia.
L’intento dei terroristi islamici sarebbe quello di infiltrarsi in Italia attraverso i barconi di immigrati che ogni giorno arrivano a Lampedusa ed in altre località siciliane, nei piani dell’Isis rientra l’attacco alle compagnie marittime ed alle navi definite “crociate”.
Il piano  dell’Isis sarebbe proprio quello di creare quanto più caos possibile in Europa partendo dal Sud Italia, e gli immigrati clandestini potrebbero sicuramente essere una copertura logica.
Il ministro degli Esteri italiano, Paolo Gentiloni, ribadisce che non c’è più tempo e che non possiamo aspettare più, dobbiamo prendere in mano la situazione prima che accada l’impensabile.




L'Isis vuole portare il caos in Europa attraverso la Libia, Egitto attacca via terra

L'Isis vuole utilizzare la Libia per portare "il caos nel sud dell'Europa": lo rivela il Daily Telegraph, citando documenti segreti dei jihadisti. Secondo uno dei principali reclutatori dello Stato islamico in Libia, l'Isis vuole infiltrarsi sui barconi di immigrati nel Mediterraneo e attaccare le "compagnie marittime e le navi dei Crociati". Intanto l'Egitto, dopo i bombardamenti, ha compiuto un raid terrestre a Derna: 55 i miliziani Isis catturati. L'Isis avanza anche verso la Tunisia, ha detto il premier libico Al Thani. Il ministro Gentiloni ha riferito un'informativa alla Camera: 'Situazione grave, fare presto. La soluzione è politica, non vogliamo crociate'. Appello del Papa: 'La comunità internazionale trovi una soluzione'.
Intanto, dopo i raid, forze speciali egiziane hanno compiuto un'incursione terrestre a Derna, la città dichiaratasi Califfato dell'Isis nell'est del paese, ed hanno "catturato 55 elementi del Daesh". Ieri media egiziani e uno saudita avevano riferito che l'Egitto stava prendendo in considerazione attacchi di terra. In particolare era stata evocata la "task force 999", un'unità speciale per operazioni internazionali, da inviare in coordinamento con le forze di sicurezza libiche.



martedì 17 febbraio 2015

Isis, "45 persone arse vive in Iraq"





I 27 poliziotti iracheni rapiti a Baghdadi sono stati giustiziati; 45 persone sono state arse vive.





Esecuzione di massa in Iraq da parte dell'Isis: 27 poliziotti iracheni rapiti dagli jihadisti a Baghdad sono stati uccisi vicino a una base militare, dove sono presenti oltre 300 istruttori americani, mentre 45 persone, nella stessa città, sarebbero state arse vive
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Secondo Sabah Karhut, presidente del Consiglio provinciale, i cadaveri degli agenti sono stati gettati nel fiume Eufrate, ma non è chiaro se in realtà ci sia stato un errore nelle comunicazioni. Potrebbe infatti trattarsi di un'unica strage, avvenuta con modalità ancora da chiarire.

Un altro membro del Consiglio provinciale di Al Anbar, Jassem al Halbusy, ha detto che i miliziani dell'Isis hanno posto mine e dispiegato i loro cecchini lungo la strada tra la città e la base al fine di impedire l'afflusso di rinforzi dell'esercito iracheno. Altre fonti riferiscono che gli jihadisti stanno ponendo l'assedio a un compound residenziale poco fuori Baghdadi dove vivono circa 1.200 famiglie, per la maggior parte di soldati, poliziotti e impiegati statali
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Oggi intanto l'università egiziana di al-Azhar al Cairo, uno dei principali centri d'insegnamento religioso dell'Islam, ha emesso un decreto col quale proibisce ai musulmani di guardare e diffondere il video che mostra la decapitazione dei 21 cristiani copti eseguita in Libia dall'Isis. L'istituzione inoltre esorta i media a non pubblicare i "crimini dei terroristi" per evitare il "sinistro scopo" di condizionare il morale dei musulmani, giustificare la propagazione dell'islamofobia e diffamare l'Islam a livello mondiale.



domenica 25 gennaio 2015

Presidente Nigeria va a Maiduguri, poco dopo attacco Boko Haram




Maiduguri (Nigeria), 24 gen.




"Posso assicurarvi che se sarò rieletto presidente, il problema dell'insicurezza verrà affrontato". Lo ha detto questa sera il presidente della Nigeria, Goodluck Jonathan, nel corso del suo primo meeting elettorale nella città di Maiduguri, Nord-est della Nigeria, dove poco prima dell'arrivo del presidente i jihadisti di Boko Haram avevano ucciso 15 persone.

sabato 24 gennaio 2015

Un video non verificato mostra l’uccisione di uno degli ostaggi giapponesi





Il filmato mostrerebbe la decapitazione di Haruna Yukawa, rapito in Siria dello Stato islamico ad agosto. Il governo giapponese sta cercando di verificare l’autenticità del filmato. Un altro cittadino giapponese è ancora nelle mani dei jihadisti

È stato pubblicato su internet un presunto video dello Stato islamico che mostrerebbe la decapitazione dell’ostaggio giapponese Haruna Yukawa, uno dei due cittadini giapponesi nelle mani del gruppo jihadista. Il governo giapponese sta cercando di verificare l’autenticità del filmato.
Haruna Yukawa, dipendente di una compagnia militare privata, è stato rapito dallo Stato islamico ad agosto. L’altro cittadino rapito dai jihadisti, Kenji Goto, è un giornalista



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Nel filmato diffuso poche ora si vede proprio Goto, con in mano una foto che mostrerebbe il cadavere senza testa di Haruna Yukawa. The Japan TimesAl Jazeera, Bbc