Good morning, mondo
Lo storico accordo sul nucleare concluso ieri a Losanna nella rassegna stampa internazionale de Il Journal, ‘Good morning, mondo’.
Dopo 18 mesi di colloqui e accordi fatti e disfatti, si sono conclusi ieri i tavoli sul nucleare iraniano tra i P5+1. E la rassegna stampa di oggi è perlopiù incentrata su questo tema e sulle reazioni degli Iraniani di Teheran, che ieri sono scesi in piazza per festeggiare la futura rinascita culturale ed economica del loro paese.
Il Guardian sottolinea che, nonostante i punti del piano approvati ieri non rappresentino l’accordo nella sua interezza, che sarà redatto solo a fine giugno, per la prima volta sono state definite delle questioni che, prima di questo momento, non erano state neanche ipotizzate. E questo sia dalla prospettiva dell’Iran, che ha accettato un monitoraggio costante della sua attività nucleare, sia da quella dei governi occidentali, forti del fatto che con questo accordo, se la Repubblica Islamica volesse sul serio costruire una bomba, impiegherebbe almeno un anno.
Il francese Le Monde scende nel dettaglio del negoziato, riassumendone i principali passaggi, diffusi ieri dalla Casa Bianca, che però ha specificato “i dettagli della loro messa in pratica sono ancora da definire”.
Il New York Times mette in luce quei punti del negoziato che non sono stati ancora definiti, sottolineando che l’Iran, nonostante questa iniziale distensione, continuerà comunque a rappresentare il ‘Grande Satana’ che è dal 1979 per gli Usa. Il giornale americano anzi, sottolinea quanto “il negoziato si adatti bene al ritratto di sé che il presidente americano ha sempre voluto diffondere, ossia quello di un capo di Stato degno del Premio Nobel per la Pace che vorrebbe cambiare il mondo”. Obama non avrà vita facile- osserva il New York Times- con i repubblicani del Congresso, che anzi avrebbero voluto aumentare le sanzioni contro la Repubblica Islamica.
Il tedesco Deutsche Welles apre con la reazione da parte di Benjamin Netanyhau, che più e più volte ha ribadito il rischio di accordarsi sul nucleare con l’Iran. Il primo ministro israeliano avrebbe sentito il presidente Obama nella tarda serata di ieri e avrebbe detto “questo accordo minaccerà la sopravvivenza d’Israele”. E il parere di ‘Bibi’ sembra allineato a quello del senatore repubblicano Mark Kirk, uno dei principali avversari del patto, che ieri avrebbe dichiarato “Neville Chamberlain riuscì a stringere un patto migliore con Adolf Hitler”.
Anche il giornale argentino El Clarín si sofferma sulle prime reazioni del presidente israeliano all’accordo sul nucleare e sulla promessa che Obama ha rinnovato con lo storico alleato, di continuare a difendere Israele da ogni minaccia. Così come Al Jazeera e i suoi inviati da Losanna, che dopo aver delineato nel pezzo di apertura i punti chiave del patto, riportano le reazioni della controparte, quelli cioè che non hanno accolto bene l’accordo, come i Repubblicani americani e Israele.
Crisi internazionali
La guerra in Yemen e l’attentato al campus di Garissa in Kenya sono invece seguiti in primo piano rispettivamente dal Times of India e dalla Cnn.
Il giornale indiano riporta le testimonianze degli Indiani che hanno lasciato lo Yemen, travolto dalla guerra tra i ribelli houthi, i sostenitori del presidente Hadi e quindi le truppe saudite, che sono stati fatti evacuare grazie a delle navi inviate dal governo indiano.
L’emittente americana apre con i 147 studenti del campus di Garissa, uccisi ieri dai miliziani di al- Shabaab. I jihadisti hanno diviso i giovani in base alla religione professata e hanno alla fine fatto fuoco solo sugli studenti cristiani presenti nell’ateneo.
Nessun commento:
Posta un commento