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sabato 14 novembre 2015

VIDEO: FUGA DAL BATACLAN, LE IMMAGINI DI LE MONDE - ATTENTATI PARIGI














Ancora Parigi, ancora morte. Questa volta i morti sono stati 128, 200 i feriti, molti gravi. Si è trattato di un attacco coordinato su larga scala. Sono stati presi di mira un ristorante asiatico e un caffè, il Carillon, dall’altra parte della strada, un teatro, il Bataclan, dove si stava tenendo un concerto rock, tre esplosioni si sono verificate allo stadio, dove era in corso la partita di calcio Francia Germania. Tre attacchi scattati simultaneamente. Le esplosioni allo stadio sono per fortuna avvenute fuori e almeno un terrorista ne è rimasto dilaniato: se gli ordigni fossero esplosi dentro o al momento del deflusso, le conseguenze avrebbero potuto essere terrificanti. Pare che 8 terroristi siano stati uccisi. Hollande ha decretato lo stato di emergenza in tutta la Francia e la chiusura delle frontiere.

Nei luoghi del massacro si è assistito ai soliti atti di follia omicida. Al Carillon, intorno alle 21,30, un assassino a viso scoperto è entrato nel caffè e ha fatto fuoco a colpi di kalashnikov; secondo alcune testimonianze ha scaricato una serie di raffiche contro le persone sedute ai tavolini. Quindi ha attraversato la strada e ha fatto fuoco contro il ristorante cambogiano. Sparatorie, esplosioni, cadaveri riversi sulla strada, sequenze di terrore, di quella guerra che ha per fronte il pianeta intero ed è combattuta con attacchi che non si sa dove e da chi verranno sferrati. E’ una sciocchezza che ci possano essere misure di sicurezza atte a scongiurare tale follia e i bombardamenti militari sono solo altri atti di tale guerra e non spostano, anzi, di una virgola il pericolo per le popolazioni inermi, di lì, di qui e ovunque la follia decida di colpire.
Al Bataclan, una delle sale da concerto storiche di Parigi, era in corso il concerto del gruppo rock americano Eagles of Death Metal. Dopo una grossa esplosione i terroristi hanno fatto fuoco sul pubblico. Il loro numero non è certo: forse tre forse sei. Una persona del pubblico ha detto di aver sentito “E’ per la Siria”. La Francia è impegnata a bombardare postazioni dell’Isis in Siria. Molti dei jihadisti sono di origini francesi.
Parigi è una città in preda al terrore e alla solidarietà. Nei quartieri dell’est, dove sono avvenute le sparatorie, gli abitanti hanno aperto le porte ai passanti che fuggivano dai teatri dei massacri o erano terrorizzati, per offrire loro rifugio.
Dalla notte di venerdì anche l’Europa apprende cosa sia una guerra portata nel cuore di una città. Potrebbe capire cosa siano Bagdad, Tripoli, Beirut, cosa significa viverci e in maggiore pericolo. Potremmo capire tutti a quale soglia di non ritorno stia rischiando di giungere la civiltà umana. Contro le minacce alla convivenza tra uomini non ci sono frontiere dietro cui ci si possa difendere. Nessuna popolazione civile, mai, da nessuna parte ha voluto e vuole la guerra. La follia cui tutti coloro che hanno potere hanno contribuito, la barbarie, l’insania assassina, la sete di sangue dei terroristi, dei jihadisti, la dissennatezza della politica che più non governa, gli stupidi vertici inutili e l’interesse meschino che tutto consuma e inquina non possono che produrre il cadavere di ogni possibile dialogo. E tra i cadaveri si aggirano le carogne.



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