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lunedì 7 dicembre 2015

VIDEO: Francia, regionali, il Front National di Marine Le Pen primo in 6 regioni








Regionali, Francia: il Fronte nazionale è il primo partito

Il Fronte Nationale è il primo partito di Francia alle regionali con il 29,5%, seguito dai Républicains di Nicolas Sarkozy con il 27% e dai socialisti con il 23%



 – Il Fronte Nazionale è il primo partito di Francia alle regionali con il 29,5%, seguito dai Républicains di Nicolas Sarkozy con il 27% e dai socialisti con il 23%.



Questi i primi exit poll diffusi dalla tv francese. ll Front National in testa in sei regioni mentre Marine Le Pen e Marion Le Pen-Marechal otterrebbero intorno al 40% dei voti nelle rispettive regioni in cui si sono candidate in Francia: Il Nord Pas-de-Calais Picardie e la Provence-Alpes-Cote d’Azur.
Le Front National di Marine Le Pen ha ottenuto il 42,1% nella regione Nord-Pas-de-Calais-Picardie, dove è candidata alla presidenza, secondo le stime di iTélé. Nel suo feudo di Hénin-Beaumont dove ha radunato i suoi, esplode l’applauso di alcune decine di sostenitori che attendono il suo arrivo.






“Il popolo si è espresso e la Francia ha sollevato la testa. Il Front National è il primo partito di Francia. E’ un risultato magnifico”, è il primo commento a caldo della leader della pasionaria della destra francese.



lunedì 16 novembre 2015

La Francia invia caccia da bombardamento su Raqqa, roccaforte dello Stato islamico in Siria








La Francia passa subito al contrattacco dopo i brutali attentati dell’Isis
 che hanno messo in ginocchio Parigi venerdì scorso. Secondo gli attivisti anti-Isis, una pioggia di bombe francesi si sta abbattendo in queste ore su Raqqa, roccaforte dello Stato islamico in Siria.
Si parla apertamente di “almeno 30 i raid aerei che si sono intensificati in serata”. Il ministero della Difesa francese ha individuato in Raqqa la base del Califfato dove gli attentatori che hanno attaccato Parigi si sarebbero addestrati e riforniti di armi.
Ma la Francia non è sola in questa vasta operazione militare. Gli Stati Uniti stanno fornendo importanti dati di intelligence per i raid in Siria, informa il Wall Street Journal. Le ultime informazioni che giungono dalla Siria parlano di bombardamento a tappeto su tutti gli obiettivi più importanti.
10 jet impegnati,  annuncia il ministero della Difesa, avrebbero colpito anche il centro di addestramento e un altro per il reclutamento. Una risposta decisa quella francese che, di fatto, non ha atteso i pareri delle grandi potenze del G20. Eccezion fatta, ovviamente, per quanto riguarda gli Usa.
Intanto emerge con sempre maggiore decisione la voce secondo la quale sia stato il Califfo dell’Isis Abu Bakr al-Baghdadi in persona ad ordinare di colpire i Paesi “nemici” creando un’unità specifica per la pianificazione degli attacchi terroristici. Cellula terroristiche composte “da 24 elementi, 19 con il compito di effettuare gli attentati, addestrati a Raqqa”,
Previsti anche “altri 5 per il coordinamento e la logistica”. Gli 007 iracheni, però, sembra che avessero già avvertito la Francia, nel giorno precedente gli attacchi di Parigi, sull’imminente azione terroristica dell’Isis. Una segnalazione forse sottovalutata dal Governo francese.



sabato 14 novembre 2015

VIDEO: FUGA DAL BATACLAN, LE IMMAGINI DI LE MONDE - ATTENTATI PARIGI





I VIDEO DELL' ATTENTATO DI PARIGI. SIAMO IN GUERRA DA 2 ANNI E ANCORA MOLTI NON LO HANNO COMPRESO.








venerdì 31 luglio 2015

VIDEO: Immigrazione, disordini a Calais: collegamenti Eurotunnel interrotti






- Un'altra notte di disordini a Calais, nei pressi del terminal dell'Eurotunnel, dove la polizia francese sta cercando di arginare gli immigrati che tentano di salire sui convogli diretti verso il Regno Unito. Un cordone di agenti in tenuta antisommossa si è schierato per impedire che un centinaio di profughi scavalcassero le recinzioni. La società che gestisce l'Eurotunnel ha fatto sapere che "per motivi di sicurezza, a causa delle attività nei dintorni del terminal francese, i collegamenti sono interrotti per tutta la notte in entrambe le direzioni".









lunedì 9 febbraio 2015

Francia, colpi di kalashnikov a Marsiglia- Video:





Forse uno scontro tra bande. Evacuato un asilo nido. In città è atteso Valls.

Panico in Francia. A un mese dagli attentati terroristici contro la redazione di Charlie Hebdo e al supermercato kosher di Parigi, un quartiere a Nord di Marsiglia, La Castellane - una delle zone più calde della banlieue - lunedì 9 febbraio è stato teatro di una sparatoria tra un gruppo di giovani che ha preso di mira la polizia. Secondo i media non ci sarebbero stati feriti.
SCONTRO PER DROGA. Jean-Marie Allemand, sindacalista della polizia di Marsiglia, ha spiegato «almeno cinque individui in divisa militare armati con almeno due kalashnikov» hanno aperto il fuoco.
Tuttavia, le stesse forze dell'ordine hanno precisato che si tratta di «al 90% di una questione legata al traffico di droga» e ha smentito che si tratti di «una sfida lanciata allo Stato».




SPARI CONTRO LA POLIZIA.
 Da quanto si è appreso, nel conflitto a fuoco è stato coinvolto anche il direttore per la sicurezza pubblica, Pierre-Marie Bourniquel, che stava perlustrando la zona - una delle più difficili di Marsiglia, che è considerata la metropoli più violenta di Francia - con una squadra del pronto intervento in attesa dell'arrivo in città del premier francese Manuel Valls («Episodi di violenza succedono spesso quando ci sono visite importanti», ha poi detto Allemand provando a riportare la calma).
EVACUATO UN ASILO NIDO. Subito dopo la sparatoria, il sito internet di La Provence, ha riferito che il quartiere è stato interamente bloccato e «una quarantina di agenti si sono posizionati nella rotatoria del Grand Littoral» di La Castellane.
Sul posto, per far fronte all'emergenza, sono arrivate anche le teste di cuoio del Gipn.
Per precauzione e in attesa di chiarire quanto accaduto, il personale e i bambini di un «asilo nido del quartiere sono stati evacuati verso un edificio più sicuro». In altre tre scuole, invece, gli studenti sono stati invitati a non uscire per motivi di sicurezza.
GIOVANI LEGATI ALLA DROGA. Samia Ghali, senatrice socialista delle Bouches-du-Rhone, intervistata in diretta da I-télé, ha spiegato che «giovani armati e senza scrupoli, probabilmente legati al traffico di droga, hanno sparato sulle auto della polizia che stavano perlustrando la zona». Un'altra conferma della versione del quotidiano Le Figaro che per primo aveva smentito l'attacco terroristico, parlando di scontri tra «bande legate traffico di droga».
«Ci parlano della Siria, ma la Siria è qui, noi la viviamo nelle nostre banlieue», ha continuato la senatrice socialista.
VISITA DI VALLS. Dopo la sparatoria è stato lanciato immediatamente l'allarme, anche perché la città è blindata in attesa dei vertici del governo.
Gli spari, infatti, sono avvenuti nella giornata in cui a Marsiglia deve ospitare Valls e i ministri Bernard Cazeneuve (Interno), Najat Vallaud-Belkacem (Istruzione) e Myriam El Khomri (aree urbane) per una visita di due giorni tutta concentrata sulla sicurezza e l'istruzione.




FALLA NELLA SICUREZZA.
 Da quanto si è appreso, Valls voleva complimentarsi con le forze di polizia per aver incrementato la sicurezza nella zona. Lo stesso premier, in un'intervista a LaProvence.com, aveva parlato di «risultati concreti» in materia di sicurezza, «con una riduzione senza precedenti dei grandi indicatori della criminalità» nel grande porto francese affacciato sul mediterraneo e nella regione delle Bouches-du-Rhone.

venerdì 9 gennaio 2015

Siamo in guerra

Secondo uno schema fin troppo familiare e prevedibile, i tiratori dell’attacco a Parigi del 7 gennaio 2015, sono cittadini francesi radicalizzati ed esportati in Siria per combattere nella guerra per procura della NATO contro il governo di Damasco, e poi rientrati per effettuare attentati interni. Inoltre, come in molti altri attentati interni, i sospetti erano da tempo sorvegliati dai servizi d’intelligence occidentali, con almeno un sospetto già stato arrestato per terrorismo. USA Today riferisce in un articolo dal titolo “Continua la caccia ai due sospetti terroristi francesi“, che: “Gli indagati sono i fratelli Said di 34 anni e Sharif Kouachi di 32 anni, cittadini francesi, e Hamyd Mourad 18 anni, la cui nazionalità non è nota, ha detto un funzionario della polizia di Parigi all’Associated Press, parlando sotto anonimato perché non autorizzato a parlare pubblicamente”. USA Today inoltre segnala: “I fratelli di origine algerina sono nati a Parigi. Sharif è stato condannato a tre anni di carcere per terrorismo nel maggio 2008. Entrambi i fratelli sono tornati dalla Siria questa estate”. Le implicazioni dell’ennesimo caso di terroristi radicali occidentali prima inviati a combattere la guerra per procura della NATO in Siria e poi rientrati, sono ben note alle agenzie d’intelligence occidentali, potendo effettuare un attacco ben eseguito ed altamente organizzato, sanzionato e ideato dalle stesse intelligence occidentali, rispecchiando quasi integralmente il tipo di operazioni che l’intelligence della NATO svolse durante la Guerra Fredda con simili reti di militanti radicali utilizzati sia come mercenari stranieri che come provocatori nazionali. Verso la fine della guerra fredda, uno di tali gruppi era al-Qaida, un fronte mercenario armato, finanziato e impiegato dall’occidente fino a oggi. Inoltre, con ogni probabilità, i fratelli che hanno preso parte all’attentato di Parigi combatterono in Siria con le armi fornitegli dal governo francese. France 24 avrebbe riferito l’anno scorso, con un articolo intitolato “La Francia consegna armi ai ribelli siriani, conferma Hollande“, che: “Il presidente Francois Hollande ha detto che la Francia aveva consegnato armi ai ribelli che combattono il regime siriano di Bashar al-Assad “un paio di mesi fa”.” Accusare dell’attacco l'”Islam radicale” non è che un trucco per oscurare la verità, che tali terroristi sono stati creati intenzionalmente dall’occidente per combattere i nemici all’estero e per intimidire e terrorizzare la propria popolazione.
Dobbiamo sbarazzarci dell’inganno
Come per ogni attacco false flag ideato da un governo per manipolare l’opinione pubblica e sostenere una politica estera e nazionale altrimenti ingiustificabile, vari inganni sono profusi per distrarre l’opinione pubblico dalla vera natura dell’attentato. Nel recente attacco a Parigi, in Francia, illusioni come “libertà di parola”, “condanna dell’Islam radicale”, “tolleranza” e “estremismo” sono al centro della scena, ignorando il fatto che i terroristi responsabili erano al guinzaglio non degli “estremisti islamici” ma delle agenzie d’intelligence occidentali che combattono le guerre per procura dell’occidente, in quanto membri di forze mercenarie ben finanziate, armate e addestrate che dal 2007 sono elemento essenziale della politica estera occidentale. Infatti, al-Qaida e le sue varie emanazioni non sono una creazione dell'”estremismo islamico” ma piuttosto della politica estera occidentale che usa l'”estremismo” per indottrinare le truppe, ma all’unico scopo di servire gli obiettivi occidentali. Come denunciato dal giornalista premio Pulitzer Seymour Hersh, nel suo articolo del 2007 “The Redirection: la politica della nuova amministrazione avvantaggia i nostri nemici nella guerra al terrorismo?“, afferma esplicitamente che: “Per minare l’Iran, a maggioranza sciita, l’amministrazione Bush ha deciso, in effetti, di riconfigurare le priorità in Medio Oriente. In Libano, l’amministrazione ha collaborato con il governo dell’Arabia Saudita, sunnita, in operazioni clandestine volte a indebolire Hezbollah, l’organizzazione sciita sostenuta dall’Iran. Gli Stati Uniti hanno anche preso parte a operazioni clandestine contro l’Iran e la sua alleata Siria. Un sottoprodotto di tali attività è il rafforzamento dei gruppi estremisti sunniti dalla visione militante dell’Islam, ostili agli USA e simpatizzanti di al-Qaida”. Fino ad oggi, gli Stati Uniti, i loro partner della NATO, tra cui la Turchia, e i loro partner regionali come Israele, Arabia Saudita e Qatar armano, finanziano, sostengono, addestrano e mantengono tali “estremisti islamici” in Siria e Iraq e ai loro confini. In realtà, senza l’appoggio occidentale, tramite le autocrazie del Golfo Persico e le manifestazioni della rete globale di moschee gestite congiuntamente dalle agenzie d’intelligence occidentali e del Golfo Persico, non ci sarebbe un “estremismo islamico” di cui parlare. Indicando l'”estremismo” quale causa, piuttosto che come mezzo sfruttato dai veri responsabili di tale terrorismo globale supportato dall’occidente, non solo si perpetua tale inganno, ma s’invita a perpetuare un terrorismo che sconvolge e inorridisce.
L’occidente sostiene i centri di radicalizzazione e reclutamento interni
La recente crisi degli ostaggi a Sydney, con un dissidente iraniano con diritto d’asilo in Australia sfruttato dalla propaganda anti-iraniana, denuncia la vasta rete di radicalizzazione e reclutamento nella città australiana di Sydney, utilizzata per sostenere e inviare combattenti nella guerra per procura dell’occidente contro la Siria. La rete comprende molti individui ben noti alle forze dell’ordine e ai servizi segreti australiani, molti dei quali si erano recati in Siria aderendo a note organizzazioni terroristiche, e che sono stati autorizzati a rientrare per continuare le loro attività in Australia. L’articolo del Daily Mail, “Perché il sospetto ex-terrorista ha chiesto alla polizia della bandiera del SIIL?” afferma: “La polizia antiterrorismo ha contattato l’uomo di Sydney, Zaky Mallah già accusato di terrorismo, che gli aveva chiesto la bandiera del SIIL. Nelle oltre quattro ore di assedio al Martin Place, gli agenti della squadra antiterrorismo della polizia del NSW ricevettero la richiesta se potevano dargli la bandiera del SIIL. Zaky Mallah, 30 anni, di Westmead. Sydney occidentale, chiese alla polizia antiterrorismo la bandiera appesa nel suo appartamento, la bandiera del moderato Fronte islamico, ma ‘non era interessata’”. L’articolo continua: “Due anni fa, Mallah si recò in Siria e visse con i ribelli dell’ELS impegnati nella sanguinosa guerra civile contro il duro presidente musulmano Bashar al-Assad ‘prima di impazzirvi’. Dopo il rientro, ha incoraggiato i giovani ad andare in Siria e ad impegnarsi nella jihad per la libertà contro al-Assad…” Come in Australia, la Francia sembra una riserva di ex-terroristi veterani della Siria, tutti inseriti nelle liste di controllo, e almeno in Australia certuni di tali terroristi sono stati scelti dalle agenzie di sicurezza per fare parte delle reti controllate e gestite dalle intelligence. Tali reti hanno raccolto migliaia di reclute per la guerra della NATO contro la Siria. La BBC ne parla nell’articolo intitolato, “La crisi dello Stato Islamico: ‘3000 jihadisti europei si sono uniti alla lotta’“, dicendo che: “Il numero di cittadini europei divenuti combattenti islamici in Siria e in Iraq è salito a oltre 3000, ha detto alla BBC il capo dell’antiterrorismo dell’UE. Gilles de Kerchove ha anche avvertito che gli attacchi aerei occidentali aumenteranno i rischi di rappresaglie in Europa”. Cosa esattamente l’opinione pubblica dovrebbe attendersi dai numerosi terroristi che emigrano all’estero per combattere con le forze terroristiche, che l’occidente presumibilmente combatte senza che sia capace di mutarne l’andazzo? Chiaramente, armare al-Qaida in Siria è stato intenzionale, aprendo le porte degli Stati e permettendo ai terroristi europei di aderire alla guerra per procura della NATO in Siria, e di rientrare per aderire alla crescente guerra della NATO contro i propri popoli.
Operazione Gladio con steroidi
Tali reti non solo rispecchiano le “reti Gladio” della NATO, costituite durante la Guerra Fredda che avrebbero dovuto attivarsi a seguito dell’invasione sovietica dell’Europa occidentale, ma che invece furono utilizzate come provocazione politica e terroristica dissimulata. Tali reti oggi sono l’emanazione degli eserciti segreti della NATO. I provocatori della NATO utilizzati durante la Guerra Fredda erano nazionalisti anticomunisti ed ex-ufficiali delle SS naziste, estremisti di ogni risma. Le loro credenze erano, però, in ultima analisi irrilevanti dato che furono utilizzati per un programma non definito da tali credenze. ma dall’agenda della NATO. Molti militanti ed estremisti utilizzati dalla NATO furono liquidati al compimento dei numerosi attacchi false flag organizzati dalla NATO al prezzo di centinaia di vite innocenti europei. Allo stesso modo, oggi molti elementi armati ed attentatori coinvolti nella lunga serie di attentati interni eseguiti dalla moderna “rete Stay Behind” della NATO sono stati uccisi, imprigionati e dimenticati. Mentre le operazioni da guerra fredda della NATO sembravano limitate al terrorismo interno, le reti di oggi sono utilizzate per effettuare sia guerre per procura all’estero che per compiere attacchi terroristici interni. La natura espansiva di tale rete e la minaccia che rappresenta per la pace e la stabilità globale, dovrebbe essere al centro del dibattito sull’attentato a Parigi, non la presunta fede, religione o supposta agenda degli attentatori che, proprio come le controparti della guerra fredda, non sono che capri espiatori e pedine di un gioco molto più grande e insidioso.