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lunedì 24 agosto 2015

Protesta dei migranti: traffico in tilt verso Milano

IL CAMMINO DEI MIGRANTI. A Milano centinaia di uomini ospiti del centro di accoglienza di Bresso sono scesi su via Fulvio Testi bloccando il traffico con cartelli e striscioni. Chiedono i documenti per lasciare l’Italia e continuare il loro viaggio verso la speranza.






Viale Fulvio Testi a Milano occupata per più di due ore da centinaia di migranti con cartelli, striscioni e slogan. Una protesta esplosa nel centro di accoglienza della Croce Rossa a Bresso, alle porte di Milano. Una manifestazione iniziata all’interno del centro e proseguita poi sulla grossa arteria stradale a nord del capoluogo che conduce a Sesto San Giovanni. Qui fino alle 11 del mattino il traffico è andato in tilt.
I profughi hanno prima occupato via Clerici, strada che collega Bresso a Sesto San Giovanni, poi hanno proseguito la loro manifestazione lungo viale Fulvio Testi in direzione Milano. La richiesta era, soprattutto, quella dei documenti. “Documento, documento” urlavano mentre sfilavano in strada sotto la pioggia.



venerdì 31 luglio 2015

VIDEO: Immigrazione, disordini a Calais: collegamenti Eurotunnel interrotti






- Un'altra notte di disordini a Calais, nei pressi del terminal dell'Eurotunnel, dove la polizia francese sta cercando di arginare gli immigrati che tentano di salire sui convogli diretti verso il Regno Unito. Un cordone di agenti in tenuta antisommossa si è schierato per impedire che un centinaio di profughi scavalcassero le recinzioni. La società che gestisce l'Eurotunnel ha fatto sapere che "per motivi di sicurezza, a causa delle attività nei dintorni del terminal francese, i collegamenti sono interrotti per tutta la notte in entrambe le direzioni".









domenica 14 giugno 2015

VIDEO: Milano, tra i profughi alla Stazione centrale. Che portano addosso i segni del viaggio






Emergenza immigrazione: situazione davvero seria

Accampati per la notte, stesi, sfiniti per il lungo viaggio.
Buttati per strada, davanti alla stazione di Milano, o del mezzanino della Centrale, dove è stato allestito un centro di accoglienza per dare aiuto ai migranti, che in questi giorni stanno arrivando in massa nel capoluogo lombardo.
L’ultimo angolo trasformato in dormitorio è una gabbia: una grata davanti, una dietro, a chiudere lo spazio tra le colonne di quella che ancora si chiama Gallerie delle Carrozze.
Un estremo tentativo di nascondere il vero volto del degrado?
All’ingresso della Stazione Centrale di Milano, restano una mutanda da uomo rossa, come reliquia, infilzata tra le sbarre; una traccia di cartoni a terra, una lattina di coca cola abbandonata a se stessa, una chiazza di liquido indefinibile, un sacchetto di plastica azzurra annodato in cima, pieno di non si sa cosa.
Sono troppi, denutritistanchi, e anche malati. Hanno bisogno di cure.
Uomini, donne, bambini, arrivano qui dopo un viaggio lunghissimo, durato anche mesi, cominciato in Eritrea, regione da cui arriva la maggior parte dei profughi, ma anche SomaliaEtiopia, Sudan e Siria.
Le condizioni di salute sono in continuo accertamento; sono state riscontrati 108 casi di scabbia, altre infezioni della pelle, si parla di qualche caso di malaria, e ciò che non si dice ma si teme, è che si possa anche parlare di ebola. Durante le prime ore di servizio del presidio sanitario mobile, messo a disposizione dalla regione Lombardia, con la Croce Rossa italiana, 30 persone già venivano inviate al centro Asl di Viale Jenner per scabbia, e altre malattie della pelle. Come era stato previsto dal direttore del servizio igiene dell’AslGiorgio Circonati, i numeri, ad oggi, sono considerevolmente raddoppiati.
A parlare è la fotografia della stazione centrale di Milano, diventata un vero e proprio campo profughi.
Sono centinaia, quasi 500, vagano in cerca di cibo ed assistenza. Stazionano in Centrale, dopo che i centri di accoglienza sono da giorni al completo.
volontari del comune e del 118 lavorano senza sosta, nel tentativo di sfamare tutti,la Caritas offre anche un servizio di docce gratuito, in seguito all’allarme delle numerose infezioni cutanee; è stato allestito, all’esterno della Stazione Centrale di Milano, in Piazza Duca d’Aosta, il presidio sanitario pe immigranti, annunciato dalla regione Lombardia. Si tratta di una roulotte ambulatoria, nella quale interverrà il personale sanitario dell’Asl, coadiuvato dalla Croce Rossa e dall' Areu.






Tutto questo potrà mai bastare? La situazione è davvero seria.
Abbiamo dato forti segni di solidarietà, e continueremo a farlo”, afferma il sindaco .
Giuliano Pisapia
Ma è evidente che la città di Milano, con le proprie forze, non ha le capacità di risolvere una crisi epocale di tali dimensioni.
Il gruppo delle Ferrovie italiane ha deciso di provvedere a proprie spese ai lavori necessari alla ristrutturazione dei locali in via Sommantini, ritenuti, in accordo con la Prefettura e il Comune, idonei come base per fornire assistenza materiale e sanitaria a chi ne necessita.
La Stazione Centrale del capoluogo lombardo non è di certo un luogo adatto per gestire l’emergenza immigrati; la disponibilità a collaborare, da parte delle F.S, è diretta a salvaguardare il diritto dei pendolari, di muoversi liberamente all’interno delle stazioni, e a tutelare un patrimonio che il gruppo F.S sta valorizzando.
Due bimbette mangiano mogie un biscotto, offerto da una volontaria, attorno a tante altre giovani donne, e altrettanti ragazzi. Un gruppetto di adolescenti, alle 3 del pomeriggio, tenta ancora di dormicchiare sulle panchine, attorniate da un via vai di operatori sociali, agenti della polfer, fotografi, passeggeri comuni, che sbucano dalle scale mobili con i loro trolley, sul piano ammezzato, guardandosi attorno stupiti. Il mondo continua a scorrere intorno, la Terra continua a ruotare attorno al Sole, ma da un lato all’altro, vagamente separata dalle transenne, la folla di siriani ed eritrei esiste davvero, e pare aumentare ad ogni battito di ciglia.
“Milano da sola non ce la fa”, si sfoga l’assessore alle politiche Sociali, Pier Francesco Majerino; per l’ennesima volta si tenta di spiegare al mondo, all’Europain particolar modo, che tutte queste persone, ammassate come animali tra i marmi della Stazione Centrale, hanno come obiettivo di raggiungere il Nord Europa.
Certo, l’emergenza ha raggiunto livelli epocali, ma è forse la prima volta che siamo costretti a vedere tali orrori?
L’emergenza è Europea, e di fronte a questa, non possiamo non notare la difficoltà dell’Unione Europea stessa, che, barricando le frontiere, dimostra ancora una volta la vera natura dell’unione, puramente economica, anziché politica.
Si dice che l’Italia sia un Paese accogliente e capace di integrazione, sarà davvero così?
La sola cosa certa, ad oggi, è che la povertà, il disagio, il degrado, è sotto i nostri occhi ogni giorno, immigrati, clandestini, profughi, o cittadini italiani, quale differenza potrà mai fare?




giovedì 14 maggio 2015

VIDEO: Calais, è caccia al clandestino. Un video mette a nudo la Francia






Francia, Europa.
 Un camion percorre il raccordo autostradale verso l’Eurotunnel, diretto in Gran Bretagna. Sul tragitto c’è un posto di blocco della Republican Security Companies, un corpo della polizia francese. I gendarmi aprono i cassoni dei tir alla ricerca dei clandestini. E li trovano. Li fanno scendere, li respingono oltre i guard rail, nei campi confinanti. Spintoni e colpi di manganello. Sono immagini crude, violente, disumane. Ma sono all’ordine del giorno a Calais.
Calais, a nord della Francia, è la città portuale che affaccia proprio sulla Manica, più d’uno la chiama la Lampedusa del Nord. Calais è il passaggio verso l’Inghilterra: «Raggiungere l’Inghilterra o morire provandoci», si dice da queste parti. E chi le pronuncia conosce bene il peso di quelle parole: se è già in Europa, c’è arrivato via mare – onda dopo onda su un barcone – raggiungendo Lampedusa oppure via terra – camion dopo camion – dalla Turchia.
È partito dall’Africa, dalla Siria, dall’Iraq, dal Kurdistan. È arrivato e si è accampato in attesa di imbarcarsi verso il Regno Unito.







Il video che state per vedere, è stato pubblicato sul web dall’associazione Calais Migrant Solidarity. Le immagini sono state catturate il 5 maggio 2015, dalle 8 del mattino e per tutta la giornata sul ramo autostradale che conduce al porto dei traghetti di Calais (A216).
 Le associazioni denunciano la regolare brutalità della polizia contro i migranti nascosti nei camion. In queste ore, in Francia, monta la protesta da parte delle organizzazioni per la difesa dei diritti umani. E intanto la polizia francese indaga sul comportamento dei suoi agenti in attesa che vengano prese le eventuali sanzioni.
Il video è intervallato da alcune frasi estratte dal discorso del ministro dell’Interno francese, Bernard Cazeneuve. Pronunciate proprio a Calais. Appena il giorno prima, il 4 maggio.



mercoledì 11 febbraio 2015

Video: Lampedusa, 29 immigrati morti assiderati




Ancora una tragedia del mare, in quello spazio di Mediterraneo che sta diventando un vero e proprio 'cimitero degli immigrati'.

E' tragico il bilancio dell'ennesimo viaggio della disperazione intrapreso verso le coste italiane. Almeno 29 immigrati sono morti per ipotermia (ma il bilancio è destinato a salire) e altri quindici sono in gravissime condizioni. È accaduto la scorsa notte a un centinaio di miglia dall'isola di Lampedusa, dove sarebbero dovute giungere le 105 persone presenti sul barcone rintracciato dalla Guardia costiera italiana. Immediata la rezione delle associazioni.
Il Centro Astalli invita le Istituzioni ad intensificare gli sforzi per consentire ai profughi di arrivare in sicurezza sulle nostre coste. "Ancora una volta - afferma il presidente Camillo Ripamonti - attoniti davanti all'orrore, ci troviamo a chiedere la creazione immediata di canali umanitari sicuri che evitino a uomini e donne in fuga da guerre e persecuzioni di rischiare la vita affidandosi a trafficanti di essere umani". Sono sempre più urgenti soluzioni efficaci che assicurino l'incolumità dei rifugiati. "Mentre il dibattito tra Stati e Istituzioni europee continua ad essere sempre più incentrato su questioni prettamente economiche e finanziarie - continua Ripamonti - la vita e i diritti dei migranti vengono regolarmente messi in secondo piano. Ma noi non vogliamo e non possiamo accettare che il Mediterraneo continui a essere un cimitero".



Dopo un anno in cui l'Italia si è adoperata per salvare migliaia di vite umane nel Mediterraneo, l'operazione Mare Nostrum è stata interrotta. L'operazione Triton che è subentrata ha un raggio di azione molto più ridotto e il suo obiettivo primario è quello di controllare le frontiere esterne dell'Unione. Astalli crede sia "necessario intensificare gli sforzi, sul piano operativo ma anche normativo, per consentire ai rifugiati di arrivare in sicurezza, fermando le stragi alle frontiere e ponendo fine alla piaga del traffico di esseri umani".
"Chiediamo che l'Italia e l'Europa garantiscano il potenziamento del sistema di soccorso in mare al fine di scongiurare nuove tragedie come questa", sottolinea Raffaela Milano, direttore Programmi Italia-Europa di Save the Children. "Triton, cosi' com'e' concepito, non puo' e non deve essere l'unica risposta dell'Italia e dell'Europa a migliaia di bambini, ragazzi e famiglie costrette a fuggire per poter sopravvivere". "Lampedusa oggi accoglie di nuovo i corpi senza vita di migranti in fuga da guerre, fame, violenze o gravi rischi per la loro vita, morti in mare per il freddo- dice Milano- le cattive condizioni climatiche invernali non hanno interrotto il flusso degli arrivi via mare, a dimostrazione della mancanza di alterative per chi e' costretto, nonostante tutto, a tentare la traversata".Per l'organizzazione "la cessazione dell'operazione Mare Nostrum espone a rischi estremi tutti, e in particolare chi e' piu' vulnerabile, come le donne, i bambini e gli adolescenti giovanissimi che sono una presenza costante negli sbarchi". "Secondo le nostre stime - conclude il direttore dell'associazione umanitaria - dall'inizio dell'anno a ieri, su 3.709 migranti sbarcati in Italia, 195 erano donne e 390 minori, di cui 149 accompagnati e 241 non accompagnati".
Il cordoglio della politica. Per Khalid Chaouki, deputato del Pd, "è l'ennesima, insopportabile tragedia". Non possiamo rischiare di tornare alla fase dei cadaveri nel Mediterraneo. Al di là dei nomi che si danno alle missioni, la priorità resta sempre la salvaguardia della vita umana, resa ancora più stringente dai conflitti terribili in Libia e in tutta l'area del Medioriente. Facciamo ancora una volta appello all'Europa, affinchè intervenga e non lasci sola l'Italia" . Per Paolo Beni, deputato del Pd "non si può tornare indietro". L'angoscia per l' ennesime morti non può farci dimenticare che il nostro compito prioritario è di salvare la vita a chi scappa dalle guerre. Quello che è accaduto questa notte, purtroppo, dimostra che si può arretrare rispetto all'impegno assunto dal nostro Paese con l'operazione Mare Nostrum e questo è inaccettabile. L'Europa deve farsi carico delle proprie responsabilità incrementando l'operazione Triton anche perché è facilmente prevedibile che nei prossimi mesi i flussi siano destinati ad aumentare. C'è bisogno, quindi, di una politica migratoria fatta in concerto con tutti e 28 i Paesi dell'Unione Europea così da garantire tratte sicure per i migranti e flussi concordati". Beni esprime "cordoglio per le morti e vicinanza e solidarietà al sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, che anche questa volta è in prima linea ad affrontare questa tragedia".
"L'ennesima tragedia del mare con decine di vittime per il freddo tra la Libia e Lampedusa mostra il vuoto lasciato dalla fine dell'operazione 'Mare Nostrum' e la necessita' di riprendere i soccorsi in mare aperto". Cosi' Milena Santerini, deputata del gruppo parlamentare 'Per l'Italia-Centro Democratico', firmataria nei mesi scorsi di una mozione a favore dei rifugiati e della revisione del Trattato di Dublino. "La pura sorveglianza delle coste operata da Triton- prosegue- non puo' infatti arrivare a salvare in situazioni di emergenza i tanti disperati che vogliono raggiungere l'Europa. Tutte le vite umane hanno un valore, ma scandalizza ancor piu' che a dover morire siano profughi che scappano dalle guerre in Siria e Iraq o dall'Africa sub sahariana. Il diritto di rifugiarsi altrove quando si e' in pericolo non puo' essere mai negato".
Unhcr: ci aspettiamo altri morti - "La Guardia costiera sta facendo il proprio lavoro oltre ogni limite. Gli uomini della Capitaneria di porto di Lampedusa sono fuori da oltre 24 ore, in condizioni meteo proibitive. Ma come diciamo da tempo i mezzi messi in campo da Triton non sono sufficienti". Lo ha detto Carlotta Sami, portavoce dell'Unhcr, commentando l'ultima tragedia del mare nel Canale di Sicilia con 29 profughi morti assiderati.

"Le morti non possono essere considerate un deterrente - dice ancora - perché queste sono persone che non hanno alternative, dall'altra parte ci sono dei trafficanti che non si fanno scrupoli. E' una tragedia ma purtroppo ce ne aspettiamo delle altre". E ha spiegato che "non può essere una responsabilità solo italiana, deve essere una responsabilità a livello europeo. Non possiamo avere una soluzione come questa che non è una soluzione". "Da più di un anno continuiamo a dire le stesse cose - ha aggiutno - abbiamo una proposta molto chiara su ciò che è necessario, prima fra tutti mantenere altissimo il livello di salvataggi in mare in tutto il Mediterraneo. Lo ha detto anche il nostro Alto commissario che Triton non è sufficiente".





Boldrini: orrore a Lampedusa
 - "Orrore al largo di #Lampedusa. Persone morte non in un naufragio, ma per il freddo. Queste le conseguenze del dopo #MareNostrum". Lo scrive su Twitter la presidente della Camera Laura Boldrini.