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venerdì 23 gennaio 2015

Sigarette elettroniche: producono piu' formaldeide di quelle tradizionali




Le sigarette elettroniche producono più formaldeide di quelle tradizionali. Una sostanza pericolosa, la cui ingestione o l'esposizione (in quantità consistenti) potrebbe rivelarsi addirittura letale.
Essa è uno dei più diffusi inquinanti di interni ma viene anche prodotta dalle e-cig se il vapore viene portato ad una certa temperatura. Anche se materialmente non c'è combustione del tabacco, si liberano comunque alcune sostanze, inalate dall'uomo.
I liquidi della sigaretta elettronica sono solitamente soluzioni di glicole propilenico, glicerolo, o entrambi, più nicotina e ltre sostanze chimiche. La formaldeide è notoriamente un prodotto di degradazione del glicole propilenico che reagisce con la glicerina durante la vaporizzazione per produrre sostanze note come emiacetali.
Gli scienziati della Portland State University, il cui studio è apparso sul New England Journal of Medicine, hanno osservato che proprio gli emiacetali contenenti formaldeide sono rilevabili mediante risonanza magnetica nucleare (NMR) e si possono formare durante il classico “vaping”n della e-cig.
In molti campioni del particolato del vapore delle sigarette elettroniche, più del 2% del totale delle molecole di solvente è convertito in formaldeide, raggiungendo concentrazioni superiori a quelle della nicotina. Ciò accade quando il glicole propilenico e glicerina sono riscaldati in presenza di ossigeno a temperature raggiunte dalle sigarette disponibili in commercio. Il modo in cui il rilascio della formaldeide agisce nel tratto respiratorio è sconosciuto, ma la formaldeide è notoriamente una sostanza cancerogena.



Così dopo aver scoperto che i livello potevano essere rilevati e misurati, il team di ricerca ha pensato di valutare la quantità di formaldeide utilizzando un modello polmonare e di confrontarla con quella della sigaretta tradizionale. E i risultati erano peggio del previsto: “Il vaping a lungo termine è associato ad un rischio di cancro incrementale” spiegano gli esperti. “ E questo rischio è 5 volte superiore o anche 15 volte superiore del rischio associato al fumo a lungo termine." Secondo gli scienziati, vaporizzare 3 milligrammi di liquidi delle sigarette elettroniche ad alto voltaggio può produrre fino a 14 milligrammi di formaldeide, la quantità che un fumatore di tabacco assumerebbe con 20 pacchetti.
Di male in peggio, sembra. Davvero la sigaretta elettronica è più cancerogena di quella tradizionale, anche se priva della combustione che invece caratterizza le bionde?
Non è di questo avviso il prof. Riccardo Polosa - direttore scientifico LIAF Lega Italiana Anti Fumo, e primario di Medicina Interna nel Policlinico Universitario di Catania, secondo cui: “Lo studio si basa sulla valutazione di soggetti che svapano in condizioni non realistiche. In condizioni normali, ossia a bassi voltaggi - spiega il professore - non viene prodotta alcuna formaldeide, mentre in condizioni di uso altamente improbabili e non assolutamente realistiche (cioè ad alti voltaggi) livelli importanti di formaldeide venivano misurati. In queste ultime condizioni, il surriscaldamento prodotto è tale da danneggiare l’atomizzatore e da generare un vapore dal gusto orribile che lo svapatore non è in grado di tollerare. Pertanto, continua a non esistere un rischio aumentato di cancro al polmone quando le e-cig vengono utilizzate in condizioni d uso normali



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martedì 13 gennaio 2015

Stop al fumo negli stadi e nei parchi, Codacons: “Vietarlo anche in auto”

Stop alle sigarette negli stadi, nelle spiagge attrezzate nei parchi pubblici: è quanto annunciato dal ministero della Salute in occasione dei dieci anni della legge Sirchia, norme accolte con soddisfazione anche dal Codacons, che chiede inoltre di vietare “le sigarette nelle automobili, per proteggere i passeggeri dai pericoli del fumo passivo e garantire la sicurezza stradale. Dall’introduzione della legge nel nostro Paese si è registrato un pericoloso stop nella lotta al tabagismo”.
“Si, ci sarà un’ulteriore stretta – ha affermato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin – Partiamo da film e auto con minori e poi studieremo eventuali nuove misure. È una materia da approfondire, su cui eventualmente aprire un confronto”.
“Il fumo uccide, dobbiamo essere tutti consapevoli di questo – sottolinea il ministro – Sono convinta che sia fondamentale agire sui giovani in via prioritaria per evitare che entrino nella spirale di questo vizio. L’Oms ha rilevato come si determini una oscillazione a favore dell’abitudine al fumo quando vengono meno le campagne di sensibilizzazione”.





“Le statistiche – conclude Lorenzin – dicono che c’è stato un incremento importante tra i fumatori giovanissimi, in età 11-12 anni, e questo vuol dire che si è abbassato il livello di guardia e di consapevolezza ma anche di una stigmatizzazione del fumo”.
Ad appoggiare le decisioni del ministro anche Carlo Rienzi, presidente del Codacons, il quale ha spiegato che “il 15% degli incidenti stradali dovuti a distrazione è riconducibile al fumo di sigaretta. Basti pensare che è di 11,5 secondi la media di distrazione mentre si fuma una sigaretta al volante (contro i 10,6 secondi per comporre un numero di telefono). Ma ciò che è più grave è il fatto che una sigaretta è sufficiente a trasformare una vettura in una camera a gas”.





Il fumo in auto “costituisce dunque non solo un costo sociale non indifferente del quale la collettività deve farsi carico, ma anche un rischio per l’incolumità degli altri automobilisti. Quindi appoggiamo la stretta annunciata dal ministro della Salute, e chiediamo un’accelerazione sul divieto di fumo all’interno delle automobili”.