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venerdì 15 maggio 2015

Passato l' Asteroide a 300 mila chilometri di distanza dalla Terra







Ore 13.52 di oggi, venerdì 15 maggio, l'asteroide 2015 JF1 è passato vicino al nostro pianeta a circa 300 mila chilometri di distanza, abbastanza per non creare nessun tipo di pericolo e di allarmismo. 10 metri di diametro per un oggetto che viaggia a 14 chilometri al secondo, in queste ore il suo passaggio è già stato fotografato dalla Nasa, l'ente spaziale americano, che ha colto l'occasione per studiare al meglio questo tipo di corpi celesti.
Gianluca Masi, responsabile del progetto Virtual Telescope, ha spiegato il fenomeno nel dettaglio all'agenzia ANSA. «Il passaggio ravvicinato di questi asteroidi ci permette di misurare il loro periodo di rotazione che è legato alle caratteristiche fisiche di questi oggetti. Da queste informazioni, sottolinea, possiamo comprendere per esempio come sono fatti e come si sono formati questi piccoli corpi celesti. Inoltre la loro osservazione ci permette di valutare la presenza o meno di piccole lune che li accompagnano».






L'occasione è anche quella per diffondere informazione sugli asteroidi: la Nasa ha fatto sapere che ogni giorno la terra è bombardata da 100 tonnellate di polveri cosmiche grandi come un granello di sabbia. Il 2015 JF1 passa a 10 milioni di chilometri dal nostro pianeta, cioè oltre 26 volte la distanza tra la Luna e la Terra. I ricercatori della Nasa hanno calcolato che tornerà a passare vicino alla Terra ad una distanza simile esattamente fra 119 anni. «Siamo rimasti stupiti dell'interesse suscitato da questo asteroide, assolutamente innocuo. L'unico aspetto interessante sono le sue dimensioni. Vista la sua grandezza, può essere osservato via radar»- commenta Ettore Perozzi, responsabile operazioni del Centro coordinamento dell'Agenzia spaziale europea sugli asteroidi. Per i curiosi però l'osservazione può passare unicamente dal sito della Nasa, in Italia il suo passaggio è già un ricordo.



domenica 22 febbraio 2015

VIDEO: La passeggiata nello spazio degli astronauti americani. E Samantha li riaccoglie nell'Iss





Gli astronauti dell'Agenzia Spaziale Americana (NASA) Barry Wilmore e Terry Virts hanno completato sabato 21 febbraio 2015 la prima di tre attività extra-veicolari (Extra Vehicular Activity - EVA) previste per riconfigurare la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) per le prossime capsule Americane per il trasporto di equipaggi.


mercoledì 14 gennaio 2015

Allarme sulla Stazione spaziale, equipaggio al sicuro






                                Potrebbe essere un falso allarme quello scattato questa mattina all'interno della Stazione spaziale internazionale a bordo della quale c'è anche l'italiana Samantha Cristoforetti
Potrebbe essere stato solo un falso allarme quello scattato oggi, mercoledì 14 gennaio, a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. A confermare l'ipotesi è Bernardo Patti, responsabile dell'Iss per l'Esa, l'Agenzia spaziale europea, sentito dall'Ansa.
Questa mattina un malfunzionamento nel circuito dell'ammoniaca a bordo della Stazione aveva costretto l'equipaggio a spostarsi all'interno del segmento russo della Iss. L' equipaggio, composto da sei persone, quattro uomini e due donne tra cui l'italiana Samantha Cristoforetti, si è spostato all'interno del modulo russo, chiudendo il portello che lo separa dal modulo americano.
Frank de Winne, capo degli astronauti dell'Esa, ha detto all'Ansa che in caso di necessità gli astornauti ''hanno tutto ciò che serve per trascorrere anche un lungo periodo'' all'interno del modulo russo.
                                                    
«Al momento - ha detto ancora De Winne all'agenzia di stampa italiana - non ci sono ipotesi sulle possibili cause del guasto non ci sono conferme che sia avvenuta una perdita di ammoniaca, sono in corso controlli su tutti i sistemi e la squadra dei tecnici sta lavorando a pieno ritmo. L'eventuale perdita di ammonica, inoltre potrebbe riguardare l'interno o l'esterno della Stazione Spaziale: per questo bisogna monitorare i dati di tutti i sistemi. Non sappiamo quanto potrà durare questa analisi». Nel caso in cui dovesse arrivare la conferma di una fuga di ammoniaca all'interno della stazione orbitale, si potrebbero configurare scenari di gravità diversa. «Tutto dipende dalla quantità di ammoniaca liberata. Nel caso di un basso livello - ha continuato De Winne - gli astronauti potrebbero avere delle irritazioni. Lo scenario peggiore è invece l'esposizione ad alti livelli di ammoniaca: in questo caso la situazione sarebbe molto seria e critica».