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venerdì 22 maggio 2015

VIDEO: L'Isis conquista Palmira e ora controlla tutta la frontiera tra Iraq e Siria






Palmira in mano all’Isis, decapitati soldati siriani
. La città di Palmira, compreso il sito archeologico dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, è sotto il controllo dei jihadisti dell’autoproclamato Stato Islamico, che continua ad espandersi e ora controlla oltre il 50% della Siria.




 



Conosciuta in tutto il mondo come Palmira, la “Città delle Palme”, in Siria viene chiamata Tadmur, “Città dei Datteri”.

I primi riferimenti storici la definiscono come una delle tappe delle carovane che viaggiavano sulla Via della Seta e tra il Mediterraneo e il Golfo. Ma è stato solo durante l’Impero Romano che la città ha iniziato ad acquisire il suo prestigio. Nonostante circondata dal deserto, Palmira si è trasformata in un ricco centro per il commercio di spezie, profumi, seta e avorio, dall’Oriente, e di statue e manufatti di vetro dalla Fenicia.
Proclamata città libera dell’Impero Romano nell’anno 129 d.C. da Adriano, Palmira colse l’occasione per dichiarare la sua totale indipendenza. Guidati in rivolta da Zenobia, i residenti di Palmira riuscirono a vincere sui Romani a ovest e sui Persiani a est. La condottiera divenne poi regina e conquistò l’intera Siria e parti dell’Egitto, arrivando alle porte dell’Asia Minore. Ma quando l’imperatore Aureliano riprese la città, la potente regina venne riportata a Roma. Da allora, la città ha vissuto un lento declino.
Prima dell’inizio della crisi siriana nel marzo 2011, Palmira attirava più di 150.000 turisti da tutto il mondo ogni anno. Oggi, gli antichi tesori millenari della “perla del deserto” rischiano di sparire per sempre.




mercoledì 18 febbraio 2015

Pompei, Bologna unica Università italiana a prendere parte agli scavi. C’è anche l’Università di Salerno ma in un consorzio con soggetti privati.





POMPEI
 – L’Università di Bologna sarà l’unico ateneo italiano a partecipare agli scavi archeologici di Pompei nell’ambito del Grande Progetto Pompei. Il dipartimento di Storia culture e civiltà dell’Alma Mater, diretto dal professor Giuseppe Sassatelli, con un importo di oltre 700mila euro si è aggiudicato il lotto 3 del cantiere. Orgoglioso il rettore, Ivano Dionigi, «siamo stati bravi – ha dichiarato -, altri dipartimenti d’eccezione come Roma, Firenze, Padova, Lecce e Napoli non sono riusciti a primeggiare. Si tratta di un successo corale che non è frutto del caso ma della programmazione del nostro ateneo».



Un merito va anche all’Università di Salerno che ha vinto il bando partecipando con un gruppo composto da imprese private. L’Alma Mater però si è aggiudicato il lotto in totale autonomia. L’Ateneo bolognese procederà alla realizzazione di una planimetria di tutta la città antica in scala 1:50 e all’analisi delle unità murarie in modo da ottenere una schedatura dello stato di degrado. Inoltre, saranno effettuate scansioni laser dei principali complessi abitativi, utili per la manutenzione futura e lo studio della città.