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venerdì 3 luglio 2015

Grecia: Referendum, industriali esortano al si, peggiora settore turismo




GRECIA, ATENE – Gli industriali greci esortano i loro connazionali a votare “sì” al referendum di domenica e avvertono che il Paese rischia di ritrovarsi nella stessa drammatica situazione in cui si trovò l’Argentina una decina di anni fa. Il monito, come riferisce l’edizione online del quotidiano Kathimerini, è contenuto nel bollettino settimanale della Federazione Ellenica delle Imprese (Sev) diffuso giovedì e nel quale si tracciano
parallelismi tra le condizioni finanziarie dei due Paesi.



Nell’ imminenza del cruciale referendum in cui i greci sono chiamati ad esprimersi sulle proposte di riforma dei creditori in cambio del salvataggio del loro Paese, la Sev e tutte le associazioni industriali della Grecia hanno diffuso una dichiarazione congiunta in cui proclamano “Sì alla salvezza di migliaia di posti di lavoro e al ritorno alla normalità”.
“Uniamo le nostre voci per cercare di scongiurare il disastro che incombe e siamo preoccupati quando sentiamo affermazioni sulle cosiddette garanzie per la stabilità dell’economia e la sicurezza dei depositi bancari”, è detto ancora nel comunicato congiunto.
La Sev traccia quindi un parallelo tra la situazione della Grecia di oggi e quella dell’Argentina nel 2000, ricordando che il Paese sudamericano è entrato in recessione nel 1998 e nel dicembre 2001 ha fatto default sul debito estero, pari a 93 miliardi di dollari la metà dei quali erano stati prestati nel corso di tale triennio.
Intanto continua a peggiorare la situazione in Grecia per il settore del turismo a causa della recente decisione del governo di indire un referendum sul piano di salvataggio del Paese. Come riferisce l’edizione online di Kathimerini, diverse isole dell’arcipelago delle Cicladi, dove un gran numero di turisti stranieri si trovano attualmente in vacanza, sono già alle prese con problemi di approvvigionamento, soprattutto per certe categorie di generi alimentari, come la carne, e come pure per le medicine.
Alla base del problema, secondo la Camera di Commercio delle Cicladi, c’è il fatto che le imprese locali non possono pagare i loro fornitori esteri a causa del controllo dei capitali imposto dal governo. Non solo gli albergatori sulle isole ma anche quelli nel resto della Grecia sono molto preoccupati per il rischio di trovarsi senza forniture di cibi e bevande e temono che, se il problema non verrà risolto al più presto, saranno costretti a chiudere le loro attività.



Una tale evenienza significherebbe che solo un anno dopo l’eccezionale stagione del 2014, il settore turistico greco subirebbe un’ondata di licenziamenti e fallimenti di imprese tale da segnare uno dei peggiori record nella storia del Paese. Da parte sua, l’Associazione delle Agenzie Turistiche Elleniche (Sete) ha confermato che negli ultimi giorni il calo delle prenotazioni ha raggiunto il 30-40%. Ciò significa che almeno 240.000 prenotazioni attese negli ultimi cinque giorni non si sono concretizzate.



sabato 27 giugno 2015

VIDEO: Tunisia, il terrorismo fa crollare il turismo: in fuga migliaia di visitatori





Attentato in Tunisia, colpiti due resort: 39 morti, ucciso il killer

Si è verificato un attacco contro i turisti a Sousse o Susa, terza città della Tunisia e polo turistico importante. Uomini armati di kalashnikov hanno fatto irruzione in un hotel di proprietà spagnola a circa 10 chilometri dalla città. Sono stati sentiti colpi d’arma da fuoco sulla spiaggia. Fonti di sicurezza hanno confermato che un attentatore è stato ucciso. Il bilancio delle vittime è salito a 39 e altri 39 sono rimasti feriti. Il ministero della Salute tunisino ha spiegato che molte vittime sono state ferite gravemente e sono morte in ospedale. L’autore principale della strage, uno studente tunisino di 23 anni, è stato ucciso dalle forze di sicurezza. Almeno due autobus pieni di turisti hanno lasciato l’hotel Marhaba già venerdì sera. Molti dei turisti che soggiornano in alberghi vicini hanno deciso di porre fine alla loro vacanza e lasciare il paese.




Un testimone, un turista inglese, ha riferito di aver visto diversi turisti terrorizzati che scappavano. La spiaggia su cui si affaccia il resort, il luogo in cui si sono sentiti gli spari, è quella di Kantaoui. Mohamed Ali Laroui, portavoce del ministero degli Interni tunisino, ha confermato che ci sono state numerose vittime.
I proclami dell’Isis
Non si sa se si tratti di una coincidenza, ma nei giorni scorsi l’Isis, in occasione del Ramadan, aveva invitato i suoi sostenitori a rendere maggiori gli attacchi contro i cristiani, gli sciiti e i sunniti.
Un portavoce del Califfato islamico aveva esortato i militanti a trasformare il “mese santo” in un tempo di “calamità per gli infedeli”.
Le vittime
Secondo i media l’elenco delle vittime comprenderebbe soprattutto cittadini di nazionalità britannica, tedesca e belga. La stampa di Dublino ha riferito che almeno una delle vittime sarebbe irlandese, mentre fonti ospedaliere parlano di cittadini cechi, polacchi e francesi, oltre che tunisini.
L’allerta dell’intelligence italiana
I servizi di intelligence italiani hanno annunciato di essere in massima allerta, anche se hanno specificato che non c’è nessun segnale di allarme in particolare per il nostro Paese. Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha espresso un sentimento di grande dolore nei confronti della Tunisia. L’unità di crisi della Farnesina è al lavoro per verificare se ci siano eventualmente dei nostri connazionali fra le vittime o nell’albergo.
Renzi: “Esiste un ‘tema Mediterraneo’”
Il Premier Renzi ha osservato che esiste un ‘tema Mediterraneo’ relativo alla sicurezza. Gli episodi che si stanno verificando dimostrano, secondo Renzi, che non si tratta più solo di attentati grandi, ma di piccole cellule che si muovono in maniera solitaria.




Tunisia meta sconsigliata
La federazione italiana associazioni imprese viaggi e turismo ha deciso di non consigliare più i viaggi in Tunisia, perché ha espresso la convinzione secondo la quale la sicurezza dei clienti deve essere massima. Si pensava che dopo l’attentato al museo del Bardo la situazione fosse sotto controllo, ma adesso ci si comincia di nuovo a preoccupare.