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domenica 24 gennaio 2016

VIDEO: How Russian elite soldiers deal with muslim terrorist - VIDEO: Terroristi islamici si barricano in casa, Spetnaz russi la radono al suolo.








Due pesi e due misure, ha fatto parlare molto l' intervento delle teste di cuoio russe quando un gruppo di terroristi islamici si è barricato in casa. Le informazioni accertate sono che possiedono armi e non intendono consegnarsi alla polizia. ecco, siamo in Russia e in questi casi non c' è molto spazio alla trattativa, in questi casi intervengono le teste di cuoio chiamate Spetsnaz, reparti speciali che adottano drastiche soluzioni molto riconosciute in Cecenia, non perdono tempo in sorta di trattative con i terroristi, eccoli all' azione.












martedì 12 maggio 2015

La Libia avverte: “Isis sarà in Italia entro poche settimane”




Il Ministro dell'Informazione turco avverte l'Italia: "L'Isis arriverà da voi con i barconi nelle prossime settimane", ribadendo poi l'appello a togliere l'embargo sulle armi: "Combatteremo lo Stato Islamico anche per voi"




I miliziani dell’Isis raggiungeranno le coste italiane nell’arco di poche settimane. Ne è convinto il governo di Tobruk, che ammonisce il nostro Paese riguardo ad una possibile infiltrazione di terroristi islamici che avverrà nelle prossime settimane mediante i barconi degli scafisti. Non è la prima volta che dalla Libia arrivano ammonimenti di questo genere, ma in questo caso Omar al Gawari, il Ministro dell’Informazione libico, sembra essere particolarmente convinto delle proprie esternazioni.
“Nelle prossime settimane l’Italia sperimenterà l’arrivo non solo di proveri emigranti dall’Africa, ma anche di barconi che trasportano Daesh (il nome arabo per indicare lo Stato Islamico, ndr). Ma al Gawari non si ferma qui, rendendo noto anche che “Malta e l’Italia saranno interessate da operazioni attraverso i porti che sono dominati da Fajr Libya”Fajr Libya è la coalizione delle milizie filo-estremiste che risultano essere attualmente al potere a Tripoli, e che controllano parimenti anche le regioni occidentali della Libia.
“L’esercito ed i responsabili libici hanno informazioni in proposito” ha poi concluso il Ministro dell’Informazione della Libia, che ha così lasciato intendere di essere in possesso di materiale sensibile riguardante la reale minaccia dello sbarco dell’Isis in Italia, ma di non poterlo diffondere al momento. Omar al Gawari ha poi affermato che “Le forze armate libiche devono essere ben equipaggiate per far fronte all’emigrazione clandestina: sia la Marina che protegge le coste, sia l’esercito che protegge le frontiere terrestri”, allo scopo di prevenire ogni infiltrazione di terroristi.
Ribadita anche la richiesta, già espressa più volte ma finora rimasta inascoltata, di eliminare l’embargo sulle armi in Libia: “I libici vogliono che sia tolto l’embargo sulle armi, e pagheranno col loro denaro per acquistare le armi necessarie per restaurare la pace e la sicurezza del Paese. Non abbiamo bisogno di aerei. Per questo-conclude al Gawari-chiediamo alla comunità nazionale di indirizzare un messaggio ai golpisti di Triplo di smetterla, lasciando operare il governo legittimo che è stato eletto”.
Come già affermato in altre sedi dunque, la Libia non chiede soldati, operazioni umanitarie o aerei di supporto: chiede semplicemente di potersi armare così da combattere da sola l’Isis in casa propria prima che possa raggiungere il nostro Paese. Il governo di Tobruk è particolarmente sensibile al problema dello Stato Islamico, e solo ieri la Libia ha bombardato un mercantile turco perché si era avvicinato troppo alla città-califfato dell’Isis di Derna. Il governo libico è infatti convinto che la Turchia, contrariamente a quanto dichiara, finanzi segretamente i terroristi, fornendo loro soldi ed armi.



venerdì 24 aprile 2015

VIDEO: Italia: vasta operazione antiterrorismo. Almeno 18 in manette





Base di Al Qaeda in Sardegna
«Nel mirino il Vaticano»





Vasta operazione antiterrorismo della polizia in sette province italiane nei confronti di appartenenti ad un’organizzazione terroristica internazionale affiliata ad Al Qaeda. 

La base operativa del network terroristico si trovava in Sardegna. L’indagine, diretta dalla procura distrettuale di Cagliari e coordinata dal Servizio centrale antiterrorismo (S.C.A.) della direzione centrale della polizia di prevenzione, sta coinvolgendo le Digos di sette province italiane. Dall’indagine, che ha permesso di sgominare il network fondamentalista, sono emerse intercettazioni dalle quali risulta che due membri dell’organizzazione hanno fatto parte della rete di fiancheggiatori che in Pakistan proteggevano lo sceicco Osama Bin Laden.
ATTENTATO IN VATICANO
Dalle conversazioni intercettate tra i componenti della cellula di Al Qaida che ha operato in Sardegna è emersa la presenza in Italia di un kamikaze e l’ ipotesi che si progettasse un attentato in Vaticano. Lo hanno riferito gli inquirenti nel corso della conferenza stampa in procura a Cagliari. Secondo quanto reso noto dal procuratore Mauro Mura, l’ipotesi di progetto di attentato in Vaticano risalirebbe al marzo del 2010, durante la permanenza in Italia del kamikaze pakistano.

ORGANIZZAZIONE IN SARDEGNA E IN ALTRE REGIONI.
L’attività investigativa della Polizia ha permesso di riscontrare come l’organizzazione provvedeva ad alimentare la rete criminale destinando una parte del proprio impegno al fenomeno dell’introduzione illegale sul territorio nazionale di cittadini pakistani o afghani che in taluni casi venivano anche destinati verso alcuni paesi del nord Europa.

La polizia di Sassari ha eseguito 18 ordinanze di custodia cautelare. Tra le persone arrestate ci sarebbero anche alcuni dei responsabili di numerosi atti di terrorismo e sabotaggio in Pakistan, compresa la strage nel mercato cittadino di Peshawar del 28 ottobre del 2009, dove morirono più di cento persone.



martedì 3 febbraio 2015

Isis: bruciato vivo il pilota giordano





Un nuovo video dell'orrore diffuso online dallo Stato Islamico mostra l'uccisione del pilota giordano Moaz al-Kasasbeh, catturato in Siria lo scorso 24 dicembre.

Le immagini mostrano l'ostaggio venire chiuso in una gabbia di ferro, cosparso di liquido infiammabile e bruciato vivo. Nel filmato si afferma che l'uccisione di Kasasbeh rappresenta la risposta dell'organizzazione terroristica alla partecipazione della Giordania alla coalizione internazionale che si oppone all'Isis. Il governo di Amman ha confermato la morte del pilota, che secondo la tv di stato giordana sarebbe stato ucciso un mese fa, il 3 gennaio.




Moaz al-Kasasbeh, 26 anni, era stato catturato la vigilia di Natale a Raqqa, dopo essere precipitato con il suoF-16, forse abbattuto, durante un raid contro le postazioni dell'Isis in Siria. Nei giorni scorsi il pilota era stato al centro di presunte trattative con il governo giordano, che coinvolgevano anche i due ostaggi giapponesi uccisi. Il governo aveva chiesto più volte la prova che il pilota fosse ancora in vita, senza mai ottenerla. Il link del video, con immagini molto forti :   https://www.youtube.com/watch?v=NVSh-CQg1cw